Edifici scolastici troppo vecchi in Puglia: meno del 40% è in sicurezza

Edilizia scolastica, in Puglia come nel resto d’Italia, meno del 40% degli istituti rispetta gli standard di sicurezza. Un dato preoccupante che, seco

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Edilizia scolastica, in Puglia come nel resto d’Italia, meno del 40% degli istituti rispetta gli standard di sicurezza. Un dato preoccupante che, secondo l’ultimo rapporto di Cittadinanzattiva, l’organizzazione che promuove a livello nazionale l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni, il sostegno alle persone in condizioni di debolezza, su 40.293 edifici scolastici italiani statali attivi (2.432 quelli pugliesi e 554 quelli lucani) più della metà non sono in possesso dell’agibilità (57,90%), né della prevenzione incendi (54,92%).

Questo dato enfatizza l’urgenza della messa in sicurezza e della riqualificazione dell’edilizia scolastica, previsti tra gli interventi del Pnrr, mirati direttamente a proteggere la salute e il benessere dei bambini e dei ragazzi. Eppure la condizione e la sicurezza degli edifici scolastici sono aspetti cruciali da cui dipende la salvaguardia di chi ogni giorno frequenta le aule scolastiche: tanto degli studenti, quanto del personale.

Edifici scolastici troppo vecchi in Puglia: meno del 40% è in sicurezza

D’altra parte proprio la «pericolosità» degli edifici scolastici esistenti è alla base dell’alto numero di crolli: tra settembre 2022 e agosto 2023, Cittadinanzattiva ne ha registrati 61, numero mai raggiunto in questi ultimi 6 anni, di cui 24 nelle regioni del Sud e nelle Isole (39%), 23 nel Nord (38%), 14 nelle regioni del Centro (23%): uno si è verificato anche in Puglia (lo scorso 1° giugno a Taranto, a causa di una improvvisa «bomba d’acqua», crollò parte del controsoffitto della scuola media Pirandello: tanta paura, nessuno fortunatamente rimase ferito) e in Basilicata (a Maratea, l’11 ottobre 2022 caddero calcinacci all’interno della scuola media «Gennari» mentre si svolgevano le lezioni, provocando grande paura nei ragazzi e docenti).

Sempre secondo il rapporto di Cittadinanzattiva, gli edifici costruiti prima del 1976 sono il 47% e l’11% circa è progettato secondo la normativa antisismica e su appena il 3% sono stati effettuati interventi di adeguamento e miglioramento sismici.

Al Nord come al Sud, è emerso, un terzo dei 588 docenti e dirigenti intervistati da Cittadinanzattiva ha segnalato situazioni di inadeguatezza rispetto alla sicurezza della propria scuola, uno su cinque dichiara di non averlo fatto (21%) oppure che alla segnalazione non è seguito un intervento di sistemazione (12%). Gran parte degli edifici presenta a loro dire tracce di umidità (42%) e infiltrazioni di acqua (33%), insieme a distacchi di intonaco (36%) e addirittura crepe (23%).

«Chiediamo che si provveda con urgenza ad effettuare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da parte degli enti locali per prevenire il ripetersi incontrollato degli episodi di crolli strutturali. Indispensabile l’aggiornamento frequente della Anagrafe dell’edilizia scolastica e l’integrazione nella stessa delle informazioni sugli asili nido. Torniamo a chiedere la ripresa degli incontri periodici dell’Osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica perché eserciti il suo ruolo di indirizzo e coordinamento sia in relazione al Pnrr che alla programmazione triennale ordinaria, che nella diffusione della cultura della sicurezza», commenta Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva.

Per quanto riguarda i fondi del Pnrr, questi non sufficienti per mettere in sicurezza le scuole e colmare il fabbisogno di palestre e di mense scolastiche. Le risorse destinate dal Piano nazionale ripresa e resilienza ammontano complessivamente a 12,66 miliardi di euro. Ma scendendo nel dettaglio delle singole missioni si scopre che questi fondi non basteranno e che sarà necessario prolungare gli investimenti negli anni a venire.

Per quanto riguarda la messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole, nella programmazione iniziale erano previsti 3.400 progetti già in essere e 500 nuovi, per un impegno di spesa complessivo di 3,900 miliardi di euro. Ma per questo intervento il documento del Governo dello scorso 27 luglio segnala che a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime verrà diminuito il numero previsto di edifici. Purtroppo, al momento, non si dispone di informazioni più precise al riguardo.

Anche rispetto al numero di 212 nuove scuole approvate (6 sono previste in Basilicata e 11 in Puglia), le domande pervenute erano state più del doppio (543) e ad oggi il rischio è che la reintroduzione dell’appalto integrato rischi di snaturare parte dei progetti innovativi inizialmente presentati.

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