Un pugliese al vertice dei carabinieri dell’arte

Paladini dell’arte e della storia. Grazie a loro, lo scorso anno oltre 80mila opere d'arte svanite nel nulla sono state recuperate, per un valore di p

Suez: a rischio l’esportazione di un milione e mezzo di tonnellate di pomodoro pugliese da industria
Presentazione personale fotografica “Les petites poupées”
AFA ED UMIDITÀ, FINO A FERRAGOSTO GRAN CALDO PROTAGONISTA

Paladini dell’arte e della storia. Grazie a loro, lo scorso anno oltre 80mila opere d’arte svanite nel nulla sono state recuperate, per un valore di poco meno di 85 milioni di euro. È il bilancio dell’attività svolta nel 2022 dai carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale, la cui banca dati di opere da ricercare, con 1.300.000 files, è la più antica ed estesa al mondo. L’Unità specializzata dell’Arma, istituita nel 1969 per onorare l’articolo 9 della Costituzione italiana («la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione»), in mezzo secolo di vita ha restituito al pubblico o ai legittimi proprietari più di tre milioni di beni culturali e sequestrate circa 1,4 milioni di opere false. A comandare a livello nazionale i «Carabinieri dell’Arte», prestigiosa istituzione leader mondiale della tutela del patrimonio culturale, è un pugliese doc, il generale di brigata Vincenzo Molinese, 56 anni originario di Bari, proveniente dalla Direzione investigativa antimafia dove è stato capo del reparto che si occupa dell’aggressione ai patrimoni illeciti, contrasto al riciclaggio e contrasto alle infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti. In precedenza Molinese ha comandato l’Istituto superiore di tecniche investigative dell’Arma e ha militato nelle file del raggruppamento operativo speciale (Ros) per 14 anni. È stato comandante provinciale a Bari dal 2015 al 2018.

 

I suoi uomini, attualmente, inseguono storie perdute nella nebbia del tempo, leggendari capolavori in fuga e ladri raffinati. I Carabinieri Tpc, infatti, sono specialisti alla perenne caccia di opere d’arte antica e contemporanea, gioielli archeologici, dipinti, statue, icone religiose, un patrimonio sottratto a privati ed enti pubblici.

Generale, “guardiani” della cultura e del territorio. Qual è la vostra articolazione in Italia e in Puglia e in Basilicata come siete presenti?

«Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale è stato istituito nel 1969, un anno prima della Convenzione Unesco di Parigi del 1970, con la quale si invitavano gli Stati membri ad adottare le opportune misure per impedire l’acquisizione di beni illecitamente esportati e favorire il recupero di quelli trafugati, nonché a istituire uno specifico servizio a ciò finalizzato. Il Comando TPC, inserito funzionalmente nell’ambito del Ministero della Cultura quale Ufficio di diretta collaborazione del ministro, svolge compiti concernenti la sicurezza e la salvaguardia del patrimonio culturale nazionale attraverso la prevenzione e la repressione delle violazioni alla legislazione di tutela dei beni culturali e paesaggistici. Il particolare settore di tutela è un comparto di specialità che è stato affidato in via prioritaria all’Arma con decreto del Ministero dell’Interno del 12 febbraio 1992, successivamente ribadito con Decreto del 28 aprile 2006 del medesimo Ministero. Il Comando è composto da militari in possesso di qualificata preparazione, acquisita con la frequenza di specifici corsi in materia di “Tutela del patrimonio culturale”, organizzati d’intesa con il Ministero della cultura. L’attuale articolazione del Comando carabinieri TPC prevede a livello centrale un Ufficio comando, quale organo di supporto decisionale del comandante nell’azione di comando, controllo e coordinamento delle attività di istituto in Patria e all’estero, un Reparto Operativo con competenza sull’intero territorio nazionale per le indagini di più ampio spessore (suddiviso in tre sezioni Antiquariato, Archeologia, Falsificazione e Arte Contemporanea) e, a livello periferico, 16 nuclei, con competenza regionale o interregionale alle dipendenze dei Gruppi Carabinieri TPC di Roma e Monza, ubicati a: Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Cosenza, Firenze, Genova, L’Aquila, Monza, Napoli, Palermo, Perugia, Roma, Torino, Udine, Venezia e una Sezione a Siracusa, alle dipendenze del Nucleo TPC di Palermo».

Quali sono gli ultimi successi del carabinieri TPC in Puglia e Basilicata?

«Menzioniamo la recente operazione denominata “Canusium” del 24 maggio 2023 condotta dal Nucleo carabinieri Tpc di Bari che ha portato all’esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare, 51 indagati e 50 perquisizioni nel centro e sud Italia, con il sequestro di circa 3600 reperti archeologici, tra ceramiche e monete archeologiche in oro, argento e bronzo, 60 tra metal detector e arnesi idonei allo scavo clandestino, nonché documentazione contabile attestante le transazioni illecite in Italia e con l’estero».

Fenomeno “tombaroli”, come lo state fronteggiando?

«Si inerisce in un fenomeno criminale molto più ampio che parte dal tombarolo e arriva ai broker internazionali del mercato illegale dell’arte. Noi lo fronteggiamo anche con la più aggiornata tecnologia che possiamo utilizzare nel rispetto sempre delle norme della procedura penale»

In Puglia qual è la zona più colpita dal trafugamento di reperti?

«La Puglia, purtroppo, è una delle zone più depredate da tempo così come ha dimostrato l’ultima operazione (Canusium, ndr) coordinata dalla Procura di Trani perché è una terra che, dal punto di vista archeologico, ha delle radici antichissime. È una regione che è sotto il costante, attento controllo e monitoraggio da parte dei carabinieri del Reparto operativo di Roma e del Nucleo di Bari che è competente su tutta la regione».

COMMENTI

WORDPRESS: 0