Puglia, contro l’emergenza cinghiali basteranno caccia collettiva e caccia selettiva?

In Puglia la presenza dei cinghiali è diventata una vera e propria emergenza sociale, sia per i danni devastanti procurati alle aziende agricole s

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In Puglia la presenza dei cinghiali è diventata una vera e propria emergenza sociale, sia per i danni devastanti procurati alle aziende agricole sia per il forte aumento degli incidenti automobilistici da essi causati. L’ultimo incidente è stato lo scontro, la sera di domenica 24 settembre, fra un’automobile che percorreva la statale 7 fra Castellaneta e Laterza, in provincia di Taranto, e un branco di cinghiali che l’attraversava: dieci cinghiali morti, l’auto praticamente distrutta nella parte anteriore, l’automobilista, una signora, salva grazie alla cintura di sicurezza e all’andatura abbastanza moderata che le ha permesso di non fa sbandare l’auto. La Regione Puglia ha attivato la caccia al cinghiale in forma collettiva e in forma selettiva: l’una e l’altra partiranno a breve. Ma gli agricoltori si chiedono se basteranno almeno per ridurre la minaccia sociale provocata dai cinghiali.

Cinghiali, crescono in Puglia danni e incidenti

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Vito Rubino

I cinghiali costituiscono ormai in Puglia, e in particolare in provincia di Taranto, un problema molto serio, un’urgenza da risolvere quanto prima possibile, dichiara il direttore di Cia Due Mari (Brindisi e Taranto) Vito Rubino.

«I cinghiali sono sempre più numerosi perché si riproducono molto velocemente e non sono sottoposti ad alcuna forma di reale controllo. Poiché sono tanti si spostano dovunque in grossi branchi famelici alla ricerca di cibo e perciò sono ancora più dannosi e persino pericolosi per gli esseri umani.

Arrivano, infatti, fino alle periferie dei paesi per rovistare nei cassonetti e fra i rifiuti domestici, ma causano danni ingenti soprattutto nelle aziende agricole, nutrendosi di frutti, radici e così via. Spostandosi in branchi causano incidenti automobilistici: quello sulla statale 7 è solo l’ultimo, nei giorni precedenti un analogo incidente si è verificato a Mottola, sulla provinciale 23, mentre a Castellaneta un ragazzo in moto scontratosi qualche settimana con alcuni cinghiali è ancora in coma».

Cia Due Mari: «Problema da eradicare, ma alcune istituzioni latitano»

cinghiali bis
Altra immagine dell’ultimo incidente causato da cinghiali in Puglia

Per il direttore Rubino le istituzioni regionali non sono attive come dovrebbero nel loro insieme.

«Bisogna arrivare all’incidente mortale, come quello accaduto a marzo del 2022 a Luigi Turco in provincia di Foggia, affinché si sveglino? Sembra che domini un ambientalismo di comodo, sostenuto da pseudoambientalisti che non conoscono affatto il problema nella sua reale portata e danno maggiore importanza ai cinghiali che agli esseri umani nella loro interezza economica e sociale. Inoltre alle riunioni sull’increscioso tema non si è mai presentato alcun rappresentante dell’assessorato all’Ambiente della Regione Puglia.

Invece l’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia si sta impegnando per trovare soluzioni reali. A breve partiranno la caccia collettiva e la caccia selettiva. Vedremo se e quali benefici apporteranno. Noi agricoltori sosteniamo però che quello dei cinghiali è un problema non da ridurre, ma da eradicare, cioè da eliminare totalmente. Diminuire il numero dei cinghiali non serve a molto, perché essi si riproducono velocemente e quindi dopo poco tempo si ritorna alla situazione antecedente!».

Caccia collettiva ai cinghiali in Puglia

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Cinghiali deceduti nell’ultimo incidente automoblistico causato da un branco di essi in Puglia

Come ha anticipato il direttore Rubino, in Puglia dal 15 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024 sarà consentita la caccia al cinghiale in forma collettiva nei termini e nelle modalità sancite dal Regolamento Regionale n. 21 del 22/11/2017.

La caccia al cinghiale in forma collettiva (braccata e girata) è praticata da coloro che risultano in possesso di attestato di idoneità tecnica. Tale idoneità è acquisita previa partecipazione a specifici corsi di formazione e aggiornamento e superamento di un apposito esame.

I corsi di formazione e aggiornamento possono essere svolti, oltre che dalla Regione, anche dalle associazioni venatorie, dalle associazioni di protezione ambientale e dalle organizzazioni professionali agricole, riconosciute ai sensi delle vigenti normative, nonché da altri soggetti pubblici o privati in possesso di specifica esperienza in materia, previo parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e autorizzazione della Regione. Possono essere iscritti nelle squadre/gruppi ed esercitare la caccia al cinghiale in forma collettiva (braccata/girata) solo i cacciatori in possesso dei predetti requisiti, regolarmente iscritti al Registro regionale dei cacciatori abilitati alla caccia al cinghiale in forma collettiva e in possesso di regolare porto d’armi uso caccia.

Caccia selettiva ai cinghiali in Puglia

Vincenzo Di Canio
Vincenzo Di Canio

L’Ambito territoriale di caccia (Atc) di Taranto segue i cinghiali con i monitoraggi e con la caccia collettiva classica che si fa in squadre, per la quale ha formato almeno un centinaio di cacciatori, afferma il commissario straordinario dell’Atc di Taranto, Vincenzo Di Canio, sulla pagina Fb di Cia Due Mari.

«Ma questo tipo di caccia da solo non basta a contenere l’emergenza cinghiali, sia per i danni alle colture e alle persone, sia per il possibile e temuto sviluppo della peste suina africana. In Puglia, come in altre regioni, a breve partirà la caccia di selezione o selettiva.

L’Atc è pronto, abbiamo diviso il territorio di competenza in oltre 700 settori in cui i selecontrollori andranno a cacciare i cinghiali per tutto l’anno. Il Piano regionale pugliese di interventi urgenti prevede l’abbattimento di 4.000 cinghiali all’anno, di cui 700-800 in provincia di Taranto, ai quali vanno aggiunti i capi abbattuti con la caccia collettiva.

I selecontrollori sono cacciatori adeguatamente formati, esperti nel controllo del cinghiale in tutti gli aspetti, dalle catture all’impiego di carabine per il selecontrollo fino allo smaltimento delle carcasse. Tutti gli sforzi dei cacciatori e dell’Atc, sia nella caccia collettiva sia nella caccia selettiva, trovano un limite nelle aree protette, come il Parco delle Gravine, la Riserva biogenetica naturale di Stornara e Marinella, ecc. Queste dovrebbero attivare azioni di controllo, ma al momento attuale non sono partite, né i cacciatori possono entrare in quelle aree, anche se il commissario straordinario nazionale per la peste suina africana ha già dato delle deroghe dicendo che nelle aree protette i cacciatori possono anche andare a caccia dei cinghiali, poiché si è visto che i danni e gli incidenti d’auto sono molto più alti proprio a ridosso di queste aree protette. Nella prima decade di novembre il selecontrollo potrebbe partire e rimanere aperto tutto l’anno, a differenza della caccia collettiva, che terminerà il 14 gennaio. Cercheremo con questi due tipi di caccia di ridurre, o almeno di contenere, i danni e i problemi causati dai cinghiali».

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