Nodi al pettine

I CONSIGLIERI comunali tornano a riunirsi nella sala consiliare del Comune giovedì 29 alle ore 9, dopo un mese di tribolazioni e di incertezze per

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I CONSIGLIERI comunali tornano a riunirsi nella sala consiliare del Comune giovedì 29 alle ore 9, dopo un mese di tribolazioni e di incertezze per le sorti del governo cittadino. Uno scossone generale che ha avuto quale effetto immediato quello del ridimensionamento della maggioranza scesa a dodici unità tanti quanti ne conta l’opposizione nella quale ai nove eletti si sono aggiunti altri tre consiglieri provenienti dal gruppo di Forza Italia che, come ormai noto, ha ufficializzato la rottura dei ponti già incrinati da mesi.
UNA ASSEMBLEA 12 a 12 dunque, con il sindaco Rotice arbitro della situazione. Un arbitro di parte naturalmente. Si verifica una situazione paradossale: che cioè sarà Rotice col suo tredicesimo voto, ad approvare (il non approvare è escluso) i provvedimenti che porterà in consiglio. Salvo imprevisti. E i primi imprevisti sono due consiglieri di opposizione che per ragioni personali potrebbero assentarsi. Ci sono poi quelli che Forza Italia assegna «ai ricatti, alle pressioni, ai condizionamenti, alla capacità di Rotice di fare spesa».
L’IMPREVISTO è il karma di questo governo cittadino votato per ridare fiducia e credito ad una città che si ritrova a dover annaspare in condizioni fortemente disagiate. L’assemblea consiliare di giovedì prossimo è carica di punti interrogativi, vecchi e nuovi. Sulla retroscena della ribalta di Palazzo San Domenico si dimenano troppi scheletri che adombrano la vita di questa compagine amministrativa. Rotice si è auto-rimesso in sella con il ritiro delle dimissioni da sindaco (una boutade fine a stessa) ma non ha provveduto a completare l’organico della giunta mancante di due titolari fra cui il vicesindaco. Quello di un esecutivo sghembo è ormai una caratteristica della squadra Rotice. Le ipotesi corrono. Tra queste anche quella dell’arrivo da fuori dei nuovi assessori. Da Apricena, si dice, ove pare risieda l’interesse politico (e non solo) dell’imprenditore Rotice.
LA MANCANZA di una matrice politica consente al capo di questa amministrazione autonoma possibilità di manovra ma tutta autoreferenziale. «Una situazione dominata da improvvisazione e ignoranza» suggella Michelangelo Basta (papà dell’ex vicesindaco), esponente di FI che in tutto questo periodo è stato a diretto contatto con la compagine Rotice. Oggi apre il sipario su uno scenario raccapricciante. «Una nave – rileva in una nota – che doveva viaggiare a vele spiegate, sospinta dal vento del rinnovamento, in acque calme e favorevoli, è naufragata a causa di invidie, arroganza, improvvisazione e guerre fra prime donne che nulla hanno a che fare con la politica. Un cerchio magico al timone della nave, che tiene nascoste le carte di navigazione pretendendo che tutto l’equipaggio raggiunga al buio mete solo a loro note. Mediocri che sguazzano e giganteggiano nell’ignoranza. Strateghi da strapazzo che nell’ombra tramano la propria vendetta a discapito del bene per la città».
«LA MACCHINA amministrativa – incalza il PD – è allo sbando, non c’è nessuna progettualità per la Città. Nessuna politica di sviluppo, nemmeno una candidatura ai fondi del PNRR. Si va avanti al buio, per puro spirito di sopravvivenza. Crescono disordine e abbandono, regresso culturale e illegalità diffusa». Si andrà avanti così?
Michele Apollonio

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