In Puglia l’esercito dei 12mila precari all’avvio dell’anno scolastico. I sindacati: “Occasione persa per il concorso di stabilizzazione”

L'anno scolastico è ormai alle porte in Puglia, ma sul fronte personale - tra docenti e Ata - vengono ancora utilizzati troppi precari piuttosto che s

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L’anno scolastico è ormai alle porte in Puglia, ma sul fronte personale – tra docenti e Ata – vengono ancora utilizzati troppi precari piuttosto che stabilizzare. La denuncia arriva dai sindacati, che calcolano l’immissione negli istituti su tutta la regione di oltre 12mila persone non in ruolo, per la precisione 9800 docenti chiamati per le docenze e 2150 tra il personale Ata.

“Nonostante l’ottimo lavoro svolto dall’ufficio scolastico regionale e da quelli territoriali pugliesi, anche questa volta il Ministero non accoglie le istanze del territorio – commenta il segretario generale della Uil Scuola Puglia, Gianni Verga – mettendo in seria difficoltà il sistema scolastico regionale. Ci attende, infatti, ancora un altro anno con un gran numero di personale precario al quale andranno aggiunti i posti rinvenienti dai finanziamenti previsti dal Pnrr”. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, infatti, prevede un ridiomensionamento del personale per adeguare la rete scolastica all’andamento anagrafico della popolazione studentesca – anche attraverso i fondi nazionali previsti dalla Legge di bilancio – ma il piano previsto dalla Regione Puglia non sembra convincere i sindacati. Tanto che a fine agosto i segretari generali della Cisl Puglia e della Cisl Scuola regionale, Antonio Castellucci e Gianna Guido, avevano chiesto un incontro urgente all’assessore regionale all’Istruzione, Sebastiano Leo, per capire come correre ai ripari. Realizzazione del piano che, per i due sindacalisti, non ha visto “un vero processo di partecipazione, con il coinvolgimento delle Istituzioni Scolastiche anche del secondo ciclo che, allo stato attuale, non sono state interessate”. Insomma, un incontro per poterlo scrivere un documento che andrà a rivedere la ‘geografia scolastica’ sul territorio insieme agli enti che ne subiranno gli effetti. 

Per la Uil sono due le questioni ancora aperte: gli alunni disabili e la stabilizzazione dell’organico chiamato a sorreggere il sistema durante il periodo della pandemia e mai immesso in ruolo. “Si continua – aggiunge Verga – a penalizzare il sistema istruzione in una regione già fortemente penalizzata dall’elevato tasso di dispersione scolastica, con una media del 17 per cento, ben oltre quella nazionale. Un organico di diritto non corrispondente alle reali esigenze delle scuole, che ogni anno si traduce in una deroga allo stesso dell’80 per cento in più, tendente sino al prossimo gennaio al 100 per cento mediante l’attivazione di ulteriori posti”. La conferma arriva dai numeri, visto che le stime per l’organico stabile legato al sostegno nel nuovo anno scolatico è di 9889 docenti, a cui si aggiungeranno altri 7809 docenti in deroga. Problema che si sarebbe potuto risolvere attraverso i concorsi di stabilizzazione, che il Ministero ritarda ancora a bandire. “La situazione per gli alunni con disabilità è molto complessa – spiega a Baritoday Rosa Magno, segreteria provinciale Cisl Scuola Bari – perché la mancanza di una figura fissa si riflette negativamente sull’insegnamento. Lo stesso avviene per gli studenti cosiddetti normodotati. Il ragionamento sul ridiomensionamento del personale scolastico purtroppo è sbagliato. Se si fanno meno figli non bisogna ridurre il personale scolastico, ma normalizzare le classi-pollaio, che finora contavano 25-30 alunni”. Non va meglio sul fronte del personale Ata, che anche nel Barese, con il paradosso che in alcuni istituti, come ricorda Magno, mancano persino le figure amministrative che dovranno sbrigare le pratiche contrattuali per il nuovo personale in arrivo. “Siamo la seconda regione in Italia per dispersione scolastica dopo la Sicilia – conclude – Dati come questo impongono una seria riflessione che non può tradursi nel teorema meno alunni=meno insegnanti”.

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