«Mai più in Albania, meglio il Salento». Quasi corale il malcontento allo sbarco nel porto di Brindisi, domenica scorsa, dopo una lunga giornata di t
«Mai più in Albania, meglio il Salento». Quasi corale il malcontento allo sbarco nel porto di Brindisi, domenica scorsa, dopo una lunga giornata di traversie per tornare a casa. Chi vuole andare in vacanza nel Paese delle aquile lo deve fare con spirito pionieristico e senza illudersi di trovare un soggiorno low cost. In più per chi vive nel Salento la delusione può essere doppia: i prezzi non sono particolarmente convenienti e il paesaggio ricorda molto quello salentino, tutto questo guadagnato a caro prezzo visto che i collegamenti dalla costa pugliese a quella albanese e viceversa sono alquanto fortunosi. A raccontare un viaggio che a conti fatti si sarebbero voluti risparmiare sono Ilaria e Mario (per motivi di privacy hanno chiesto di mantenere l’anonimato sul cognome), salentini doc di una cittadina dell’entroterra salentino, 45 anni lui e 38 lei. Partenza da Brindisi domenica 20 agosto per trascorrere una settimana in Albania.
Due giorni prima della partenza la compagnia di navigazione comunica ai due che la partenza è spostata, per intenso traffico marittimo, dalle 11.30 alle 14.30 con arrivo nel porto di Valona alle 19.30, nel tardo pomeriggio dunque. Un piccolo intoppo che non mina il loro buonumore, ma all’arrivo al porto di Brindisi alle 11 (è richiesta la presenza in porto tre ore prima della partenza) trovano il caos. Gente che sbraita, bambini che piangono, gli addetti alla sicurezza che devono fronteggiare un paio di centinaia di persone imbufalite e il front office della compagnia inspiegabilmente chiuso.
Inutile dire che lo spaesamento dei due è sommo. Provano a chiedere informazioni agli addetti alla sicurezza, ma anche loro hanno scarne notizie. L’unica certezza è che non si partirà alle 14.30 perché la nave è in ritardo (ai due viene riferito dalla sicurezza che ha avuto un guasto) e forse arriverà in porto alle 16.30 con partenza 18.30 per Valona. Che fare? C’è un altro traghetto pronto a partire alle 12, così Mario propone alla sua compagna di fare un nuovo biglietto in modo da non perdere la vacanza. Cento euro e vengono imbarcati alla velocità della luce, ma non è finita qui. Dopo un’attesa durata fino alle 16, in assenza di informazioni perché a bordo nessuno parla inglese o italiano, tutti i passeggeri vengono fatti sbarcare perché la nave ha un guasto non riparabile nell’immediato. Rientro al terminal e lì scoppia un parapiglia che poteva sfociare in violenza pura tanto che la sicurezza chiede con urgenza rinforzi a polizia municipale e di Stato. E arrivano i rinforzi, una decina di agenti che dopo momenti concitati riportano la calma anche perché nel frattempo viene garantita la partenza essendo arrivata in porto la nave che aveva dato forfait al mattino. Gli stremati turisti: molti salentini, baresi e napoletani, vedono la nave staccarsi dal molo alle 19.30 e attraccare alle 2 della notte a Valona. Da notare che più o meno hanno vissuto la stessa esperienza al ritorno dove la partenza da Valona era fissata per le 14.30, ma poi la nave si è mossa alle 18 con arrivo a Brindisi a mezzanotte.
Una volta sbarcati è il far west: non ci sono taxi autorizzati, ma solo qualche abusivo che si offre per portare a destinazione gli esausti viaggiatori. In compenso c’è un servizio efficiente delle compagnie telefoniche aperte anche a quell’ora per vedere una scheda telefonica albanese. Ilaria e Mario concordano con un abusivo per farsi portare nell’hotel prenotato con Booking e all’arrivo altra sorpresa: venduto come struttura a 350 metri dal mare, in realtà si trova a 5 chilometri dalla costa. L’albergatore insiste che è tutto in regola perché in linea d’aria la distanza dal mare è quella dichiarata su Booking. Ilaria e Mario decidono di cercare un’altra sistemazione e la trovano in un albergo classificato come 4 stelle a 70 euro a notte. Prezzo ottimo si potrebbe dire, peccato che nei sette giorni di permanenza la stanza non è mai stata pulita limitando la pulizia al cambio degli asciugamani e delle lenzuola. Per non parlare poi del fatto che per due volte è mancata l’acqua e negli ultimi due giorni non c’erano neppure bottigliette d’acqua minerale. Un incubo, insomma.
E i prezzi? «Un finto low cost» dissero dei turisti napoletani a Ilaria e Mario. E in effetti per due piatti di pasta e due bottigliette d’acqua hanno pagato 38 euro, per una salsiccia con patate 8 euro (in realtà furono serviti wurstel). I taxi intoccabili. Su internet si spacciano corse a 3 euro, ma in realtà per due chilometri di percorrenza i due salentini hanno pagato 10 euro. Per non parlare poi delle escursioni: prezzi italianissimi da 80 euro insù. È vero che il pane costa 1,40 euro al chilo, un panino con wurstel si può trovare (dopo ricerca certosina) a 2 euro, ma tutto il resto è a prezzi più che alti a fronte di servizi molto carenti.
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