La Giunta Disgiunta

CHE la giunta della coalizione assemblata dal sindaco Gianni Rotice, non abbia solide basi amministrative e politiche, lo si è capito sin dalle pr

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CHE la giunta della coalizione assemblata dal sindaco Gianni Rotice, non abbia solide basi amministrative e politiche, lo si è capito sin dalle prime battute dal suo insediamento orsono un anno e nove mesi (22.11.2021). La 21esima legislatura in 77 anni dal dopoguerra intervallati da ben undici commissariamenti, l’ultimo addirittura a seguito dello scioglimento governativo del consiglio comunale. Una crisi continua del massimo organo amministrativo della città che evidenzia una litigiosità politica congenita da primato. Un tristo retaggio al quale pare non si sottragga l’amministrazione in carica.
“VOCI” provenienti dagli ambienti bene informati, riferiscono di incontri degli esponenti delle forze che compongono la maggioranza che supporta il sindaco Rotice, nei quali si sarebbe discusso di un rimpasto della giunta che ha già subito parziali rimaneggiamenti (cacciata dell’assessore Angelo Salvemini, dimissioni della sostituta Lucia Triggiani, entrambi delegati alle opere pubbliche). Non solo sostituzione di assessori (si parla di Libero Palumbo con delega al personale, e di Antonella Lauriola con delega al bilancio) ma anche di redistribuzione di deleghe comprese quelle assegnate a singoli consiglieri.
INSOMMA, si continua a ballare ma sempre con la stessa musica. Al capezzale del moribondo, quanto meno malato grave, ci sarebbero gli stessi soloni che all’inizio di questa legislatura hanno battezzato il governo in carica. Governo che doveva essere, così era stato promesso quando sono stati richiesti i voti ai cittadini, di rottura col passato, di innovazione e bla-bla-bla di questo passo. Promesse che, almeno a due anni ormai di gestione, la gente non ha visto.
GLI STESSI peraltro, viene osservato, integrati nelle passate amministrazioni comunali clamorosamente aborrite dal sindaco Rotice che le ha addirittura configurate in un quadretto presentato in consiglio comunale; gli stessi indicati come responsabili della situazione che ora si vuole rigettare e che orchestrano da dietro le quinte. Una amministrazione, si fa notare non solo dalle forze politiche di opposizione, che oltre a proseguire nella “mala gestio” contestata ai passati amministratori, espone scabrose contingenze personali borderline.
LA SITUAZIONE è ad un punto morto. Il sindaco Rotice si ritrova in cul-de-sac a capo di una formazione sgangherata. Una giunta disgiunta. Più che la sostituzione di qualche assessore, si chiederebbe l’azzeramento dell’intero esecutivo con serie riflessioni e conseguenziali assennate decisioni da prendere entro fine mese, magari prima della passerella nella processione della festa patronale. Un intervento drastico sul quale tuttavia non trova tutti d’accordo della maggioranza. A dissentire sarebbero un paio di consiglieri dei cinque (erano sette) di Forza Italia, l’unica forza politica della coalizione (le altre sono movimenti elettorali messi su da Rotice). FI che è sull’Aventino a seguito del “gran tradimento” di Rotice alle elezioni per la Provincia di Foggia.
L’ESTATE super bollente pare sia una quisquilia difronte alle alte temperature della carovana Rotice. Purtroppo a farne le spese è la città, la popolazione che rimane attonita a guardare, a masticare amaro. Almeno fino alle prossime elezioni.
Michele Apollonio

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