Trattamento di fine mandato: i consiglieri regionali provano a riprenderselo, indignazione e protesta

Quasi quaranta sigle del mondo del lavoro, dell'impresa, della cittadinanza attiva, del volontariato, dell'impegno civile e politico, del sindacato st

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Quasi quaranta sigle del mondo del lavoro, dell’impresa, della cittadinanza attiva, del volontariato, dell’impegno civile e politico, del sindacato studentesco, hanno sottoscritto una lettera aperta al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, alla Presidente del Consiglio regionale della Regione Puglia, Loredana Capone, e a tutti i consiglieri regionali, invitandoli ad attivarsi affinché sia ritirato il provvedimento che reintroduce, in modo retroattivo, il trattamento di fine mandato, che per ogni consigliere regionale varrebbe circa 40mila euro. “Evitate di adottare un provvedimento che aumenterebbe la distanza delle istituzioni dai cittadini e dalle cittadine e la diffidenza nei confronti di chi ha l’onore e l’onere di rappresentare tutti i pugliesi. Sarà un vantaggio per tutti, per la nostra democrazia”, si legge nella lettera.

La proposta di legge  mira a reintrodurre nell’ordinamento regionale pugliese il trattamento indennitario di fine mandato, che era stato soppresso per effetto della L.R. 30 novembre 2012, n. 34 , che all’art. 2 aveva previsto l’abolizione dell’istituto dell’assegno di fine mandato per i consiglieri regionali, nel limite massimo di “una indennità di carica mensile lorda per anno per un massimo di dieci anni”. Il primo firmatario è il consigliere regionale del Pd Filippo Caracciolo.

La questione, giovedì 13 luglio, è stata discussa e votata in settima e in prima commissione. La VII Commissione – che ha bisogno della maggioranza assoluta – coordinata dal presidente De Blasi, ha registrato tre voti favorevoli, due contrari e cinque astenuti. Per quanto riguarda l’aspetto finanziario, la I commissione presieduta dal consigliere Fabiano Amati, si è espressa favorevolmente con tre voti a favore e quattro astenuti. 

Un appello aperto alla sottoscrizione di altre sigle di rappresentanza sociale e politica così come a personalità del mondo della politica e della cultura. “La scelta di reintrodurre l’indennità di fine mandato, abrogata qualche anno fa dalla stessa aula del Consiglio, rappresenta uno schiaffo a tutte le persone che oggi vivono condizioni di povertà e difficoltà, con i redditi e le pensioni erose dall’inflazione reale a doppia cifra. E per le quali non saranno sufficienti le modeste misure assistenziali recentemente stanziate dal governo nazionale. Lo stesso Presidente Emiliano, tempo fa, ebbe a dire che gli undicimila euro lordi percepiti da ogni consigliere tra indennità e sostegno alle spese per l’esercizio di mandato era ‘un po’ troppo di questi tempi’. Addirittura si spinse a richiedere l’abrogazione totale dei vitalizi e la riduzione delle indennità. Così come si adoperò due anni fa per abrogare la norma che sotto ferragosto provava a reintrodurre la stessa indennità di fine mandato. Allora disse che tutto avvenne a sua insaputa, oggi non può dire la stessa cosa. Vi invitiamo a ritirare questa proposta prima del Consiglio regionale previsto per martedì 25 luglio. Evitate di adottare un provvedimento che aumenterebbe la distanza delle istituzioni dai cittadini e dalle cittadine e la diffidenza nei confronti di chi ha l’onore e l’onere di rappresentare tutti i pugliesi. Sarà un vantaggio per tutti, per la nostra democrazia. In caso contrario, noi e le nostre organizzazioni non rimarremo in silenzio. Siamo pronti a manifestare contro una norma che riteniamo sbagliata e improvvida: lo dobbiamo ai nostri iscritti, ai vostri stessi elettori e a tutti i cittadini della nostra regione”.

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