Turismo spaziale, c’è un pezzo di Puglia nella Virgin Galactic

Ci sono anche tecnologia (e passione) made in Bari nel volo suborbitale della Virgin Galactic, il primo dedicato alla ricerca in microgravità, con cui

Un fossile di squalo fa riscrivere la storia dell’evoluzione
Venti di Tramontana e mare in burrasca: è allerta gialla, interrotti i collegamenti con le Tremiti Il bollettino diramato dalla protezione civile della Puglia
Crisi idrica, nel Foggiano e in Puglia la situazione è drammatica: “Senza un piano di invasi si muore”

Ci sono anche tecnologia (e passione) made in Bari nel volo suborbitale della Virgin Galactic, il primo dedicato alla ricerca in microgravità, con cui l’azienda americana tasta il terreno del turismo spaziale. Tutti gli occupanti del White Knight Two, l’aereo madre che ha portato la navetta Vss Unity fino alla quota di circa 15 chilometri per poi rilasciarla e farle proseguire il suo viaggio, sono infatti stati monitorati a livello cardiaco dalla società barese «Cardio on line», specialista in telemedicina.

Tutti gli astronauti sono infatti stati dotati di holter nell’obiettivo di verificare le reazioni cardiache negli intensi 75 minuti tra lancio e volo suborbitale. I dati sono già stati scaricati ed ora verranno elaborati dalla stessa società barese, nell’ambito di un accordo con l’Areonautica militare per la fornitura di servizi di telemedicina.

La missione Virgin Galactic è difatti una prima importante anche per l’Italia, che proprio con Aeronautica e Consiglio Nazionale delle Ricerche è stata protagonista di questo nuovo ruolo che i voli suborbitali potrebbero avere per la ricerca. «Congratulazioni all’Aeronautica Militare, al Consiglio Nazionale delle Ricerche ed a tutto il personale coinvolto per il successo della missione Virtute 1», sono arrivati dalla presiedente del Consiglio Giorgia Meloni. È «un traguardo – ha aggiunto – che rappresenta un validissimo esempio di collaborazione istituzionale e una prima tappa verso lo sviluppo nella nostra Nazione del volo suborbitale».

Soddisfatto anche il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, per il quale «il volo spaziale è un dominio aeronautico tutto da esplorare e rappresenta una sfida tecnologica dove competenze tecniche e industriali nazionali possono fare la propria parte a pieno titolo».

Il volo suborbitale dedicato alla ricerca «è una novità nel campo dell’accesso allo spazio e delle sperimentazioni in condizioni di microgravità», ha rilevato la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza.

A rappresentare le due istituzioni, che compiono entrambe cento anni, a bordo della missione Galactic 01 sono stati il colonello Walter Villadei e il tenente colonnello Angelo Landolfi, entrambi dell’Aeronautica Militare Italiana, e Pantaleone Carlucci, ingegnere e ricercatore del Cnr. Con loro nella navetta Vss Unity un altro italiano, il pilota Nicola Pecile di Udine, unico collaudatore del nostro Paese finora selezionato dalla Virgin Galactic, e poi il comandante Mike Masucci e l’istruttore Colin Bennett.

Complessivamente il volo, compreso quello del White Knight Two, è stato un pò più breve del previsto: 75 minuti contro la finestra prevista di 90, nonostante la navetta Vss Unity sia stata sganciata dall’aereo madre con un leggero ritardo dovuto al vento.

Dopo un saluto con la bandiera italiana, i tre protagonisti della missione italiana Virtute 1 (Volo italiano per la ricerca e la tecnologia suborbitale) hanno iniziato a condurre i 13 esperimenti previsti nella missione, cercando di sfruttare al meglio i circa 3 minuti di microgravità.

COMMENTI

WORDPRESS: 0