Associazioni di categoria a ministro Fitto: “fondi Fsc risorse irrinunciabili agire senza indugio”

Le associazioni di categoria della Puglia hanno scritto al ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto 

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Le associazioni di categoria della Puglia hanno scritto al ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto per chiedere lo sblocco dei fondi Fsc di competenza della Puglia. In una lettera congiunta, le federazioni regionali di Confartigianato, Cna, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Claai, Confapi, Confcooperative e Legacoop hanno sottolineato come i fondi per lo sviluppo e la coesione rappresentino una risorsa irrinunciabile per il tessuto produttivo pugliese, composto per la quasi totalità da micro, piccole e medie imprese.

«Negli anni scorsi – si legge nella missiva – l’utilizzo del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione ha consentito alle imprese pugliesi di usufruire di risorse aggiuntive rispetto a quelle del Fesr, ottenendo così un ampliamento della platea e la realizzazione di investimenti produttivi altrimenti non realizzabili. Nel periodo pandemico, l’accesso a Fsc ha permesso di sostenere la loro liquidità e, di conseguenza, la tenuta del sistema produttivo».

«Da gennaio a maggio 2023 – continuano – sono circa 4700 le imprese pugliesi che hanno presentato richieste di investimento per oltre 2,7 miliardi di euro. Di questi, 1,5 miliardi riguardano richieste avanzate da micro e piccole imprese”. “Solo per far fronte a questa domanda – spiegano le associazioni di categoria della Puglia – c’è necessità di circa 1,1 miliardi di euro. Sono investimenti già programmati che purtroppo, a causa delle nuove regole comunitarie, non possono trovare capienza sul Fesr. L’attivazione dei fondi Fsc appare pertanto essenziale. Si tratta di spesa sicura e utile nell’interesse della tenuta e dello sviluppo del nostro intero sistema produttivo: un sistema costituito in larga maggioranza di micro e piccole imprese che sono l’ossatura di una imprenditorialità diffusa e fatta di filiere corte, caratteristiche da molti illustri studiosi considerate decisive per il Pil del Paese intero».

«Questo asset – dicono – diventa ancor più significativo per l’avvenire, nel contesto di una nuova globalizzazione che passa necessariamente attraverso questioni geopolitiche, ponendo il tema della nostra autosufficienza – o meglio indipendenza – in settori strategici, così come ineludibili sono gli interrogativi posti dalla diffusione della IA, in tutte le sue forme. Non c’è altro tempo da perdere: il Fondo per lo sviluppo e la coesione rappresenta per le aziende pugliesi una risorsa irrinunciabile, di cui non possono fare a meno».

«Ministro
– sottolineano – questa è la richiesta del tessuto produttivo della nostra terra: la richiesta di tutte le imprese della Puglia».

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