È di 10 misure cautelari il bilancio di una operazione della polizia in relazione ad una indagine su una presunta combine al Casinò di Sanremo. Sei so
È di 10 misure cautelari il bilancio di una operazione della polizia in relazione ad una indagine su una presunta combine al Casinò di Sanremo. Sei sono gli arrestati, due in carcere e quattro ai domiciliari, per altri quattro è stato disposto l’obbligo di dimora. La presunta combine sarebbe avvenuta al gioco Punto e banco. Tra gli arrestati c’è il “cartaio”, Luigi Carbone, 58 anni (licenziato), conosciuto come Silvio, considerata figura chiave. Le accuse sono associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al peculato e alla corruzione. Carbone avrebbe segnato le carte utili con delle lievi abrasioni sul dorso per la combine.
Questi i nomi di tutti gli indagati. In carcere ci sono Francesco Ricotta, 67 anni, nato a Riesi (Caltanissetta), ma residente a Grugliasco (Torino) e Luigi Carbone, detto Silvio, 58 anni, nato e residente a Sanremo. Sono agli arresti domiciliari Michele Rubino, 64 anni, nato a Ripacandida (Potenza) e residente a Rivoli (Torino); Raffaele Leonardo Ferri, 73 anni (chiamato “il vecchio”), nato a San Severo (Foggia), ma residente a Carrara; Luigi Betti, 47 anni, nato a Moncalieri (Torino), ma residente a Nichelino (Torino) e Antonio Del Core, 58 anni, nato a Battipaglia (Salerno), ma residente a Sanremo (Imperia). Obbligo di dimora per Franco De Matteis, 60 anni, nato a San Severo (Foggia) e residente a Grugliasco (Torino); Islam Amirul, 41 anni, nato in Bangladesh e domiciliato a Sanremo; Luciano Rossi, 51 anni, nato in Svizzera, ma residente a Villarbasse (Torino), Emilio D’Eliso, 53 anni, nato e residente a Rivoli (Torino).
Un solo indagato dei 10 destinatari di misure cautelari per la presunta truffa al gioco “Punto e Banco” del Casinò di Sanremo, ha parlato davanti al gip Paolo Luppi di Imperia, all’interrogatorio di garanzia. Ha risposto al gip il sanseverese Raffaele Leonardo Ferri, “il vecchio” il quale ha escluso la partecipazione all’associazione. A scegliere la linea del silenzio è stato il cartaio Luigi Carbone, il braccio della presunta combine, che a detta degli inquirenti sarebbe stata ideata da Francesco Ricotta, 67 anni, nato a Riesi (Caltanissetta), ma residente a Grugliasco (Torino). L’idea di seguire la strategia del “silenzio” nasce dal fatto che la misura cautelare è contenuta in 1800 pagine e la gran parte del collegio difensivo preferisce approfondire gli atti.
Secondo l’accusa Carbone, su impulso di Ricotta, aveva il compito di sottrarre e mettere a disposizione dell’organizzazione le carte da gioco prelevate alla casa da gioco, che venivano “segnate” dai complici, in modo percepibile solo da chi era informato dell’alterazione. Le carte venivano poi riconsegnate a Carbone che le reintroduceva nel Casinò e predisponeva i mazzi contenenti le carte taroccate. Conoscendo il tipo di manomissione delle carte quest’ultimi potevano riconoscere quelle migliori condizione che permetteva loro di decidere se puntare o meno, avendo ottime possibilità, se non la certezza, di vincere le manche. La presunta truffa avrebbe fruttato alla banda circa 300mila euro. I fatti risalgono al 2022, quando il Casinò si accorse di vincite anomale al gioco Punto e Banco. (Ansa).
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