Puglia, sulla società dei rifiuti dubbi anche dai revisori Aqp

L’operazione con cui il 29 marzo l’agenzia Ager ha acquisito il 40% delle azioni di Aseco con lo scopo di creare la società pubblica dei rifiuti ha so

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L’operazione con cui il 29 marzo l’agenzia Ager ha acquisito il 40% delle azioni di Aseco con lo scopo di creare la società pubblica dei rifiuti ha sollevato qualche perplessità nel collegio sindacale di Acquedotto Pugliese che della «newco» mantiene il 60%. I sindaci chiesero ad Aqp di effettuare una serie di verifiche sugli atti, poi oggetto di osservazioni critiche sia da parte della Corte dei conti sia dell’Autorità garante per la concorrenza.

La circostanza, che non è nuova, assume significato nel contesto degli approfondimenti giuridici che Aqp, Aseco e la stessa Regione (in quanto regista dell’operazione) stanno portando a termine per rispondere ai rilievi dell’Antitrust. Non è infatti un caso se, ad aprile, una delibera di giunta regionale (pubblicata soltanto ieri) ha trasferito ad Ager 324mila euro per adeguare la struttura organizzativa dell’agenzia «agli obblighi di legge in materia di separazione» tra la gestione dei servizi e le funzioni di regolazione, ovvero uno dei principali rilievi mossi dall’Authority secondo cui la gestione dei rifiuti non rientra tra le «finalità istituzionali» delle Regioni ma è invece in capo ai Comuni. Da qui – secondo l’Antitrust – l’impossibilità di affidare in-house ad Aseco la realizzazione e la gestione degli impianti di trattamento.

La Regione sta dunque provando a rivedere il modello dell’operazione, pensata per rispondere alla mancanza di impianti pubblici e soprattutto all’emergenza tariffe nata all’indomani della sentenza con cui il Tar della Lombardia ha cancellato la delibera sugli impianti minimi

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