Un nuovo pacchetto di provvedimenti contro la piaga del telemarketing selvaggio dopo le recenti confische delle banche dati di alcuni call center: a v
Un nuovo pacchetto di provvedimenti contro la piaga del telemarketing selvaggio dopo le recenti confische delle banche dati di alcuni call center: a vararlo è stato il Garante per la privacy, un intervento accolto con soddisfazione dalle associazioni dei consumatori e dal ministro per le Imprese, Adolfo Urso, che ora chiede un serrato confronto per arrivare a una stretta definitiva.
L’Autorità in particolare ha adottato tre provvedimenti correttivi e sanzionatori, originati da diverse indagini: nel settore telefonico Tim è stata sanzionata per oltre 7 milioni di euro, mentre nel settore energetico Green Network e Sorgenia si sono viste irrogare rispettivamente sanzioni per 237.800 euro e 676.956 euro.
A Tim è stata contestata una non adeguata sorveglianza sui call center abusivi, estranei alla sua rete ufficiale.
Ma anche ulteriori aspetti quali – spiega l’Authority – il riscontro talora inadeguato alle richieste di esercizio dei diritti degli interessati e l’erronea pubblicazione di dati personali nei pubblici elenchi telefonici senza il consenso degli interessati.
Le due compagnie energetiche, spiega sempre il Garante per la privacy, sono state invece sanzionate per non aver approntato misure idonee a garantire la tracciabilità di tutte le operazioni svolte sulle piattaforme di caricamento delle proposte contrattuali e per non aver dimostrato la piena contezza di tutti i trattamenti svolti nell’ambito della filiera del telemarketing.
L’intento principale di questo nuovo intervento – spiega ancora l’Autorità – è quello di colpire tutte le possibili porte di accesso del sottobosco all’interno del patrimonio informativo e commerciale delle società telefoniche ed energetiche.
Come precisato più volte dal Garante, infatti, senza un adeguato controllo da parte delle aziende committenti dell’intera catena di operazioni che porta alla conclusione di un contratto, il “sottobosco” dei call center illegali continuerà a ricevere – quasi sempre in violazione delle norme fiscali e giuslavoristiche, oltre che di quelle sulla protezione dei dati – quella remunerazione che ne permette la sopravvivenza e, addirittura, la proliferazione.
Urso ha quindi scritto ai presidenti dell’Autorità garante della protezione dei dati personali e dell’Agcom auspicando un confronto per “giungere presto a delle soluzioni che tutelino sempre più i consumatori dagli abusi nel settore del telemarketing”.
“Mi aspetto – ha aggiunto il ministro – che si intervenga sempre più efficacemente. Non è più tollerabile che questo strumento venga aggirato in maniera sistematica da alcuni operatori.
Ritengo doveroso che si intervenga anche con ulteriori misure di carattere tecnico e normativo maggiormente restrittive, a contrasto delle attività illecite, affinché gli abusi nel settore del telemarketing vengano stroncati”.
ANSA
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