Non c’è più tempo da perdere: la prima generazione libera dal fumo deve diventare realtà. Perché smettere di fumare, o non cominciare proprio, è una c
Non c’è più tempo da perdere: la prima generazione libera dal fumo deve diventare realtà. Perché smettere di fumare, o non cominciare proprio, è una conquista per tutti e per il pianeta. Per la Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), la giornata mondiale senza tabacco, in programma il prossimo 31 maggio, è da sempre occasione per fare il punto sull’abitudine al fumo e rilanciare la sua lotta senza riserve contro il tabagismo, partendo da un presupposto: la pandemia da tabacco è la prima causa evitabile di morte.
Per Francesco Schittulli, presidente di Lilt nazionale «La Giornata Mondiale senza Tabacco è uno dei capisaldi del programma annuale di prevenzione oncologica della Lilt ed è l’occasione per prendere coscienza dell’evoluzione del consumo di tabacco, in particolar modo tra i giovani, e in particolare tra le ragazze. La ricerca sui dati del fumo presentata – prosegue – ci mostra uno spaccato delle scelte e delle abitudini dei fumatori della Regione Lombardia, rivelandosi uno strumento utile per calibrare al meglio le future iniziative per contrastare questo fenomeno. Ed è proprio partendo da questo prezioso contributo che abbiamo deciso di realizzare un’indagine che dovrebbe coprire tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di rafforzare la stretta collaborazione con le Istituzioni nel percorso verso la prima generazione libera dal fumo».
Nonostante la lotta al tabagismo sia sempre stata tra le principali missioni della LILT e della stessa Unione Europea, lo scenario attuale, reso più complesso dall’introduzione delle sigarette elettroniche, a tabacco riscaldato e delle recenti puff bar, pone tutti davanti nuove sfide. «Se inizialmente, infatti, questi nuovi dispositivi si sono presentati sul mercato come sostituti alla sigaretta, ora si stanno invece affermando come scelte elettive, dettate principalmente dalla moda del momento. Un dato che dimostra quanto la consapevolezza dei rischi legati a questi nuovi modi di fumare sia ancora parziale. Il compito della LILT – prosegue Schittulli -, parallelamente al supporto delle iniziative proposte dalle istituzioni, come quella coraggiosamente positiva del Ministro Schillaci di estendere i divieti di fumo, è quello di continuare a promuovere l’educazione alla salute, attraverso percorsi di informazione e sensibilizzazione dedicati in particolare alle scuole. È fondamentale seminare messaggi di prevenzione che attecchiscano nell’animo dei giovani, anche alla luce dell’importanza che questi ultimi possono avere nell’incentivare uno stile di vita libero dal fumo all’interno della famiglia per una più lunga e migliore qualità di vita».
«Un altro dato emerso dalla ricerca – conclude – che credo debba essere attenzionato è quel 70% di fumatori che ha tentato almeno una volta a smettere. Una percentuale importante, che ci porta ad un’altra sfida: quella di essere in grado di intercettare e di accompagnare con l’adeguato supporto tutte le persone che dimostrano la volontà di smettere».
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