Bottiglie di vino, di fatto, equiparate a superalcolici e sigarette: l’Italia si prepara al contrattacco. I produttori pugliesi ritengono «ingiustific
Bottiglie di vino, di fatto, equiparate a superalcolici e sigarette: l’Italia si prepara al contrattacco. I produttori pugliesi ritengono «ingiustificata e sproporzionata» la misura irlandese. «Il primo problema è che non c’è nessuna distinzione tra abuso di alcol e consumo moderato di vino -; esordisce Massimiliano Apollonio, presidente del Movimento Turismo del Vino in Puglia e produttore dell’omonima cantina – la legge interna d’Irlanda, poi, è incompatibile con le norme generali sull’etichettatura dell’Unione Europea, in vigore in tantissimi Paesi.
La Commissione Europea dovrà prendere posizione, perché la situazione è davvero incredibile. Non siamo noi enologi, ma gli scienziati e gli alimentaristi, a sostenere che ogni abuso danneggia la salute, ma non l’assunzione di vino, che è parte integrante della nostra dieta mediterranea, fra le più salutari al mondo. Di cosa stiamo parlando? Noi produttori siamo rammaricati e sconvolti, perché l’Irlanda rappresenta un mercato fondamentale per i vini della Puglia. Gli irlandesi non hanno ancora compreso che il vino si degusta, non si beve in grandissime quantità. C’è un problema di educazione alimentare alla base, oltre che un problema sociale legato agli alcolici».
Una primogenitura «stucchevole, paradossale e inutile», secondo l’assessore regionale pugliese all’Agricoltura e alle Risorse Agroalimentari, Donato Pentassuglia, «che arriva in un momento particolare – continua – in cui la tutela e la valorizzazione delle produzioni passa per celebrare il cibo salutistico e l’utilizzo consapevole del vino». Uno scenario già problematico, secondo Pentassuglia, penalizzato dal cambiamento climatico e i catastrofici eventi degli ultimi giorni: «Distogliere l’attenzione dai grandi temi, come le problematiche nazionali legate al clima, la parte del Pnrr e le misure legate allo sviluppo rurale, a causa di una pantomima come questa, è davvero assurdo».
Uno schiaffo all’Italia che da secoli porta avanti i concetti di territorialità e di genuinità dei prodotti della terra, quindi, anche secondo il direttore commerciale di Cantine Due Palme e “Wine Manager dell’Anno” per Food&Travel, Antonella Di Fazio: «Mi dissocio totalmente. Accettare questa legge vuol dire ammettere che nel nostro lavoro abbiamo sbagliato tutto, dalla coltivazione dei vigneti ai processi tecnologici con cui accertiamo, minuziosamente, ogni passaggio della filiera. Allo stesso modo, salvaguardiamo le nostre uve ogni giorno, impedendo l’utilizzo dei veleni. Cosa saremmo, dunque, secondo questa novità legislativa? Produttori di vino che nuoce alla salute? Scienziati ed esperti hanno valutato le proprietà organolettiche del vino, del quale non bisogna abusare».
Opinione corale fra gli addetti ai lavoro che il vino, come ogni alimento, fa male se consumato in eccesso: «Sono gli eccessi a far male, non il prodotto. Come si fa a non comprenderlo?» È quanto si chiede il produttore Giovanni Aiello: «Un gravissimo errore quello irlandese, con una simbologia e una comunicazione errate, che potrebbe causare serissimi danni a tutto il segmento della commercializzazione del vino a livello europeo. Viva la dieta mediterranea e viva la produzione enologica italiana».
Troppo vino fermo nelle cantine, incontro in Regione Puglia
«Un incontro proficuo in cui ho manifestato la ferma volontà della Regione Puglia di sostenere, anche proponendo modifiche alla normativa vigente in materia e con azioni di controllo delle produzioni secondo i disciplinari condivisi, il comparto vitivinicolo pugliese che in questo momento sta facendo i conti con il problema di un prodotto di altissima qualità ma purtroppo fermo in cantina». Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, a margine della riunione odierna del Comitato vitivinicolo regionale. Nell’incontro si è discusso proprio della questione delle giacenze e, in generale, delle possibili scelte finalizzate all’adeguamento della produzione e dell’offerta di vini di qualità alla domanda in evoluzione. «Abbiamo condiviso che si tratta di situazioni che originano da condizioni strutturali e che richiedono soluzioni complesse, agendo su più fronti e con iniziative convergenti – ha sottolineato l’assessore Pentassuglia -. Flessioni di mercato sui consumi e il cambio della tipologia dei prodotti pugliesi richiedono nuovi approcci di sistema, in particolare sulle produzioni viticolo-enologiche a indicazione geografica, che è la fascia commerciale maggiormente interessata dalla congiuntura economica. In un clima di aperto confronto sono state ascoltate le istanze degli operatori e affrontate questioni legate alla situazione congiunturale».
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