Foggia terza provincia con più morti sul lavoro

“Grande è la preoccupazione per l’escalation di infortuni sul lavoro, anche qui, in Puglia”. Così la presidente del Consiglio regionale della Pugl

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“Grande è la preoccupazione per l’escalation di infortuni sul lavoro, anche qui, in Puglia”. Così la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, questa mattina all’Hotel Excelsior di Bari per la tappa pugliese del ‘Forum della Prevenzione’.

L’evento, promosso dalla direzione regionale Inail Puglia, rientra nell’ambito della presentazione, in tutta Italia, del piano triennale per la prevenzione ‘Made in Inail’ e intende promuovere il confronto tra istituzioni, enti locali e parti sociali sugli strumenti più idonei a contrastare infortuni e malattie professionali. “Siamo la settima regione per morti sul lavoro con 51 vittime solo nel 2022. Siamo la regione che, sempre nel 2022, ha registrato 80 infortuni al giorno con un amento del 18,5% rispetto all’anno precedente. Ciò significa che l’impegno profuso nel corso di questi anni, a partire dal tavolo permanente avviato proprio dal Consiglio regionale con gli assessori allo Sviluppo economico e alla Formazione e Lavoro, i presidenti delle commissioni consiliari competenti e i capigruppo, il direttore del Dipartimento salute, i direttori Inps e Inail, lo Spesal regionale, e tutte le organizzazioni sindacali e di categoria, non solo deve continuare ma deve essere implementato”.

Dopo Aosta e Matera, Foggia è la provincia con più vittime: quindici con un indice di incidenza sugli occupati di 90,3, Taranto al nono posto con 11 vittime, Bari è 73esima, sempre rispetto all’incidenza sul numero dei lavoratori, con dieci morti. Quattro ne ha fatti registrare la Bat al 48esimo posto. La provincia di Brindisi con tre vittime su poco più di 118mila occupati è in posizione 69. Al 53esimo posto c’è Lecce con otto vittime.. Alla luce di tutto questo preoccupa particolarmente l’evoluzione della disciplina sugli appalti. In sostanza si torna ai subappalti incontrollati ma è chiaro che quando ci sono i subappalti i controlli si riducono ulteriormente e diminuiscono le risorse spese a tutela della sicurezza, perché pur di aggiudicarselo, dopo che c’è già stato il ribasso nell’appalto, le imprese riducono tutto ciò che possono ridurre. Noi non abbiamo competenze sulle norme che riguardano gli appalti. Possiamo solo chiedere alle stazioni appaltanti di prestare molta attenzione ai bandi perché non si sacrifichino i diritti dei lavoratori. A questo si aggiunge il tema dei nuovi lavori in cui la dignità della persona rischia di venire meno. Lavori che si svolgono fuori da ogni logica di garanzia della sicurezza. Aziende blasonate che hanno pochi dipendenti e usano l’intermediazione del lavoro senza assumersi la responsabilità della gestione. Questo è ciò che abbiamo di fronte noi Istituzioni, insieme ai sindacati, alle organizzazioni di categoria, all’Inail. Serve una nuova cultura del lavoro. Io confido che con la solerzia, la determinazione, le competenze, insieme riusciremo a sconfiggere questa grande ingiustizia. Perché uscire da casa per andare a lavorare e non avere le giuste garanzie, quelle per cui tanto ci si è battuti nel nostro Paese, rischia di aprire una ferita troppo profonda”.

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