PER lo stabilimento DOpla si apre uno spiraglio. I 67 dipendenti hanno sottoscritto un accordo sindacale di conciliazione con la DOpla Spa che apr
PER lo stabilimento DOpla si apre uno spiraglio. I 67 dipendenti hanno sottoscritto un accordo sindacale di conciliazione con la DOpla Spa che apre le porte alla costituzione della cooperativa o eventualmente ad altro acquirente, per l’acquisizione dello stabilimento e dei macchinari per la produzione della plastica. L’accordo prevede il trasferimento allo stabilimento di Treviso delle cinque macchine per la lavorazione della carta, il mantenimento integro dello stabilimento di Manfredonia fino a fine anno e il riconoscimento ai 67 lavoratori che hanno accettato il licenziamento collettivo.
«NON è stata una scelta facile» rileva Luigi Libergoli della Cgil. «Abbiamo voluto evitare – spiega – il fallimento dell’azienda che avrebbe allungato i tempi di parecchio per la conclusione della vertenza. Mantenendo invece la fase concordataria abbiamo la possibilità innanzitutto di procedere nella formazione della cooperativa o dare la possibilità a chi fosse interessato, di investire nello stabilimento che rimane pur sempre una opportunità, il mercato della oggettistica in plastica monouso è stato infatti rilanciato con la proroga al 2030».
A TREVISO intanto la Muzinich ha perfezionato l’acquisto della DOpla assicurando il suo funzionamento e il mantenimento dei 113 posti di lavoro. Il business della DOpla e dunque dello stabilimento di Manfredonia, è la lavorazione della plastica monouso. «Nelle fasi di maggiore richiesta del mercato – annota Libergoli – tanto a Treviso quanto a Manfredonia si assumeva personale temporaneo per far fronte alle commesse». Uno dei punti di forza dello stabilimento di Manfredonia è il personale che rimane in cassa integrazione fino a fine 2023. Maestranze tenute in grande considerazione tant’è che sarebbero arrivate delle richieste di assunzione, ma in altre località. Una eventualità che quei lavoratori vorrebbero evitare «finché – osservano – sarà possibile: abbiamo famiglia e le esigenze sono tante».
AL MOMENTO obiettivo essenziale è chiudere la fase concordataria. Le idee sul da farsi sono chiare. «Sempre che – appunta Libergoli – non intervenga l’acquisto in blocco dello stabilimento di Manfredonia, l’obiettivo primario rimane la costituzione della cooperativa anche se occorre capire a quali condizioni. C’è già una bozza di statuto. Per costituire una cooperativa che ci consente di rimettere in attività lo stabilimento ci vorranno almeno un quattro milioni di euro di capitale. A parte e oltre le maestranze, dobbiamo vedere nel concreto quale sarà il contributo annunciato dal sindaco e di qualche altro imprenditore. Certo è che non sarà facile trasformarci da lavoratori a imprenditori. Le cose vanno studiate per bene».
ENTRO la prossima settimana ci sarà un incontro a Bari con la Regione per vedere nel concreto quali passi occorre fare per realizzare la cooperativa. L’impegno di quei 67 lavoratori è quello di dare continuità ad uno stabilimento che è stato tra i primi ad arrivare su queste sponde del golfo adriatico, per dare vita ad un progetto di grande respiro purtroppo per ragioni varie che non è decollato come si sperava.
Michele Apollonio
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