Le borgate foggiane nel Piano per svuotare il ghetto di Borgo Mezzanone con i fondi del Pnrr

Saranno smistati anche nelle borgate dell’Incoronata, di Cervaro e Segezia i migranti oggi concentrati nel ghetto di Borgo Mezzanone. Lo prevede il pr

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Saranno smistati anche nelle borgate dell’Incoronata, di Cervaro e Segezia i migranti oggi concentrati nel ghetto di Borgo Mezzanone. Lo prevede il progetto del Comune di Manfredonia per il superamento degli insediamenti abusivi a Borgo Mezzanone, finanziato dal ministero delle Politiche Sociali con i fondi del Pnrr per oltre 53,6 milioni di euro.

Sin dal mese di dicembre il comune capoluogo era stato coinvolto nello studio della strategia, proprio perché alcuni interventi ricadevano nel suo territorio, e aveva partecipato a due riunioni in Prefettura. Il 10 gennaio scorso la commissione straordinaria che gestisce il Comune di Foggia ha aderito formalmente.

Lo scorso 20 aprile la triade ora composta da Vincenzo Cardellicchio, Rachele Grandolfo e Sebastiano Giangrande ha approvato lo schema di accordo di collaborazione con il Comune di Manfredonia e la Regione Puglia, con l’assistenza del Politecnico di Bari.

Il piano di intervento prevede la ridistribuzione dei migranti del ghetto non solo a Borgo Mezzanone, ma anche nelle borgate foggiane. Nella scheda illustrativa, si evidenzia come versino in “una condizione di abbandono e degrado”, si legge nella delibera, “pertanto il loro riuso ai fini dell’accoglienza dei braccianti agricoli stranieri, oltre ad implicare il loro recupero e la loro valorizzazione, costituirebbe un’azione ‘sostenibile’ basata sul riconoscimento e sull’assunzione di strutture insediative esistenti, già dotate di servizi e infrastrutture di base (sebbene da potenziare)”. L’obiettivo è insediare in ciascuno dei  borghi individuati una parte dei 4mila migranti attualmente concentrati nel ghetto di Borgo Mezzanone, “offrendo, attraverso diversi ‘tipi’ di casa, sia soluzioni abitative stabili che temporanee”.

L’Ufficio Urbanistica del Comune di Foggia ha eseguito una preliminare attività di ricognizione del patrimonio pubblico nelle tre borgate e ha verificato l’assenza di immobili di proprietà comunale utili, ma ha constatato anche la presenza di un consistente numero di unità immobiliari e terreni di proprietà della Regione Puglia, che tramite l’accordo si assume l’impegno a contribuire al reperimento delle risorse necessarie alla gestione dei nuovi insediamenti.

L’accordo consta di dieci pagine. In sede di sottoscrizione potrebbe subire piccole modifiche, ma non sostanziali. Nella bozza si legge che il Comune di Manfredonia dovrà definire “modalità organizzative e tecniche che consentano al Comune di Foggia di potersi avvalere, nell’ambito del finanziamento Pnrr per la realizzazione del’intervento in parola, delle risorse finanziarie, tecniche e strumentali necessarie per realizzare gli interventi ricadenti nel proprio territorio”.

Gli interventi di natura infrastrutturale previsti valgono 37,5 milioni di euro e, secondo il Piano di Azione Locale redatto dal Comune di Manfredonia, prevedono il potenziamento delle opere di infrastrutturazione primaria e l’installazione di sistema di videosorveglianza nei borghi sin dall’inizio delle attività; il recupero del patrimonio residenziale nell’area di Borgo Mezzanone, a Borgo Incoronata, Borgo Cervaro e Borgo Segezia; la progettazione e realizzazione di nuovi edifici residenziali e l’installazione di moduli abitativi leggeri e smontabili in aree rurali con destinazione di prossimità ai luoghi di lavoro dei braccianti agricoli.

Qualora gli interventi ricadano in siti che già hanno “presenze abitative, antropizzazioni avanzate o destinazioni turistico culturali, anche legate alla tradizione religiosa – si precisa – dovranno essere destinati all’accoglienza di nuclei familiari, armonizzabili e compatibili con i contesti preesistenti”.Gli interventi di natura non infrastrutturale, finanziati per un importo pari a 16 milioni circa, riguardano il servizio di trasporto pubblico per il collegamento con luoghi di lavoro; presidi per l’inserimento e l’intermediazione nel mondo lavorativo; il potenziamento dei servizi socio-sanitari (dispensario farmaceutico e poliambulatorio) nei borghi, e dei servizi civici (ufficio postale ed ufficio anagrafe); l’offerta di servizi di formazione scolastica e intermediazione culturale.

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