Carcere di Foggia, arrestata infermiera infedele.

Importante ed ennesimo sequestro ieri, a Pasquetta, nel carcere di Foggia dove alcuni poliziotti penitenziari dopo un accurato e certosino lavoro inve

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Importante ed ennesimo sequestro ieri, a Pasquetta, nel carcere di Foggia dove alcuni poliziotti penitenziari dopo un accurato e certosino lavoro investigativo, hanno  fermato  e poi arrestato, una infermiera dipendente dell’Asl Foggia che cercava di introdurre nel penitenziario 8 telefonini (microtelefoni e smartphone) nonché quasi 200 grammi di hashish.

Forse l’infermiera contava sul fatto che nella giornata festiva i controlli fossero meno stringenti, a causa della cronica carenza di personale che nelle giornate festive diventa ancora più grave. Invece no, nonostante le gravi difficoltà operative rappresentate da sempre dal Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, il comandante con l’aiuto di alcune unità, con grande professionalità ha sventato l’ennesima minaccia che colpisce un carcere abbandonato da tempo dall’amministrazione penitenziaria e costringe i lavoratori a carichi di lavoro massacranti in violazione di leggi ed accordi sindacali.

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“Ed è questo che il Sappe griderà forte ai vertici romani del DAP che il 18 maggio verranno in visita nel carcere foggiano, poiché non è possibile che nessuno sia intervenuto nonostante sia avvenuta la più grande evasione di massa di detenuti in un paese democratico – riporta una nota del sindacato -. Nonostante l’assordante silenzio delle istituzioni, la tanto bistrattata polizia penitenziaria continua a fare il suo dovere a tutela delle istituzioni nonostante la grave carenza di personale, il sovraffollamento di detenuti di cui tantissimi con grossi problemi psichiatrici che non verrebbero curati adeguatamente. Questo importante ritrovamento segue di qualche giorno i numerosi telefoni ritrovati a Taranto, Foggia, Bari, Trani Lecce. Se dovessimo contare i telefonini sequestrati negli ultimi mesi solo in Puglia, arriveremmo a qualche centinaio e figuriamoci a livello nazionale. Il Sappe – si legge ancora – da tempo denuncia il fatto che i detenuti governano i loro affari dalle carceri utilizzando i telefonini, inutilmente. Come pure abbiamo chiesto più volte ai responsabili delle carceri italiane di intervenire per contrastare questi atti criminali mettendo a disposizione dei poliziotti le  apparecchiature elettroniche (jammer) capaci di bloccare l’uso dei cellulari inviando onde radio di disturbo sulla stessa  frequenza che usano i telefonini, ma a tutt’oggi nulla è cambiato. Vorremmo capire il perché lo Stato non si vuole riappropriare della gestione delle carceri lasciandole in mano ai delinquenti che fanno quello che vogliono approfittando della delegittimazione della polizia penitenziaria che è stata prima ridotta negli organici eppoi umiliata da un certa politica che inneggia ai Cospito. Per il momento non ci resta che ringraziare i poliziotti del carcere di Foggia che con il loro coraggio e sacrificio hanno evitato un ulteriore oltraggio alla legalità ed alle istituzioni

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