L'Italia è il fanalino di coda dell'Unione europea quando si parla di occupazione. E scivola anche dietro la Grecia nella classifica di Eurostat sul t
L’Italia è il fanalino di coda dell’Unione europea quando si parla di occupazione. E scivola anche dietro la Grecia nella classifica di Eurostat sul tasso di occupati. Non è bastata la crescita registrata l’anno scorso, restiamo distanti dalla media europea.
Il tasso di occupazione nel nostro Paese nel 2022 è passato dal 58,2% al 60,1%. Un aumento consistente, che però non è riuscito ad evitare che l’Italia finisse all’ultimo posto per tasso di occupati nell’Unione europea, dietro la Grecia. Che invece, con un miglioramento di 3,5 punti, ha fatto un salto in avanti arrivando a quota 60,7%. La media europea rimane lontana, al 69,9%.
L’Italia è indietro sia per quanto riguarda l’occupazione femminile che quella maschile. Rispetto alle donne, il tasso di occupazione è cresciuto di 1,7 punti tra il 2021 e il 2022, ma non è bastato per diminuire le distanze con la media Ue: questa infatti è passata dal 63,4% al 65%, mentre nel nostro Paese si è andati dal 49,4% al 51,1%. Il divario rimane quindi di quasi 14 punti. Da questo punto di vista ha registrato un ottimo risultato la Grecia, che ha ingranato la marcia passando dal 48,2% al 51,2%, superando così l’Italia. Ottime notizie anche per la Germania, dove l’occupazione femminile è aumentata dal 72,2% al 73,5%.
Passiamo all’occupazione maschile. Nel 2022 il tasso di occupati era del 69,2%, 2,1 punti in più rispetto al 2021, ma distante dal 74,8% di media europea (migliorata rispetto al 73,3% del 2021). Anche in questo la performance è stata peggiore di quella registrata dalla Grecia, dove il tasso di occupazione maschile è aumentato di quasi quattro punti, passando dal 66,4% al 70,3%. Anche per quanto riguarda il tasso di occupati la Germania resta benchmark, con un livello in crescita dal 79,3% all’80,9%.
In generale, possiamo dire che il divario tra il tasso di occupazione italiana e quella media europea nel 2022 era di 9,8 punti, in calo rispetto ai 10,2 del 2021, ma comunque molto ampio. Si notano meno differenze nella fascia più anziana di occupati, quelli tra i 55 e i 64 anni: qui la differenza è tra il 55% in Italia e il 62,4% in Ue. Anche in questa fascia, però, l’Italia procede a rilento: dal 2016 il tasso di occupazione è aumentato di 5,1 punti a fronte dei quasi 9 medi in Ue.
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