Avrebbe abusato della figlioletta di appena undici anni, palpeggiandola con la scusa di sapere se avesse o meno il reggiseno. Come se non bastasse, in
Avrebbe abusato della figlioletta di appena undici anni, palpeggiandola con la scusa di sapere se avesse o meno il reggiseno. Come se non bastasse, in più di qualche circostanza diventava violento e autoritario maltrattando la stessa piccolina e la sorella di tre anni più grande. Quando la piccola si è finalmente confidata con la sua insegnante, è stata finalmente avviata un’inchiesta e l’uomo è stato iscritto nel registro degli indagati: si tratta di un 54enne, residente in un comune dell’hinterlandi di Gallipoli, che risponde di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia aggravati..
Nove anni di reclusione con l’accusa di violenza sessuale aggravata e continuata sulla figlia minorenne. La Corte d’Appello di Lecce ha condannato un medico leccese, 60 anni, arrestato a nel 2012, dopo la denuncia presentata dall’ex moglie. Il professionista in primo grado era stato condannato a 10 anni di reclusione. Il trascorrere del tempo ha portato all’estinzione di alcuni episodi inizialmente contestati, quelli dal 2005 al 2008, per prescrizione.
Le motivazioni alla base del convincimento della Corte salentina saranno depositate tra 90 giorni. Ed è partendo da quei motivi che la difesa del medico, affidata all’avvocato Ladislao Massari, presenterà ricorso in Cassazione. Il medico ha sempre respinto le accuse, rivendicando la totale estraneità ai fatti. Lo disse nel 2012, quando la gip Antonia Martalò firmò l’ordinanza di custodia cautelare che lo portò in carcere.
Nella struttura di Borgo San Nicola rimase sino al ricorso al Tribunale del Riesame che accolse la richiesta di attenuazione della misura, concedendo gli arresti domiciliari. E successivamente tornò in libertà. Secondo l’accusa formulata dalla pm Carmen Ruggiero, il medico avrebbe violentato la figlia, nata quando si era già separato dalla madre, fin da quando la piccola aveva cinque anni. Avrebbe continuato a farlo per 9 anni in occasione degli incontri.
La ragazzina, all’età di 14 anni, trovò la forza e il coraggio di confidarsi con la nonna materna, una sera mentre erano sul divano a guardare la tv. E la nonna, a sua volta, riferì quel racconto a sua figlia che presentò denuncia, dopo essersi rivolta alla penalista Daniela D’Amuri.
Durante le indagini, la minorenne venne ascoltata con la formula dell’incidente probatorio, seguendo tutte le cautele previste in situazioni delicate. Chiuse le indagini preliminari, la pm ha confermato l’accusa mossa inizialmente, contestando le aggravanti della continuazione, della tenera età della bimba e del ruolo di padre, e chiedendo il rinvio al giudizio del tribunale.
Parti civili nel processo, oltre alla ragazzina e alla mamma, rappresentate in giudizio dall’avvocato D’Amuri, sono i nonni materni che si sono costituiti con l’avvocato Giampaola Gambino e il nuovo compagno della donna con l’avvocato Loredana Massari. In primo grado è stata riconosciuta una provvisionale di 50mila euro per ragazzina e una provvisionale di 20mila euro per ciascuna parte civile.
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