DOPLA’ COME LA SANGALLI

SI TERRA’ mercoledì 29 prossimo il Tavolo istituzionale per discutere della vertenza della “DOplà”, la società produttrice di oggettistica per la

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SI TERRA’ mercoledì 29 prossimo il Tavolo istituzionale per discutere della vertenza della “DOplà”, la società produttrice di oggettistica per la casa in plastica e carta, con stabilimenti a Casale sul Sile di Treviso e a Manfredonia. L’appuntamento è per mercoledì 29 prossimo, alle 15,30, presso la sede dello stabilimento “DOplà” nell’area industriale di Coppa del vento alla periferia ovest della città. Sono stati invitati i rappresentanti della Regione, della Provincia di Foggia, del comune di Manfredonia e naturalmente i sindacati. Oggetto di questo primo summit istituzionale è l’analisi della situazione di crisi in cui si trova la “DOplà” con particolare riferimento alle sorti dello stabilimento di Manfredonia e dei suoi 67 dipendenti costretti da diversi mesi a lavorare quattro giorni al mese e percepire uno stipendio, si fa per dire, intorno alle trecento mila euro. Una circostanza che dice chiaramente quale sia l’assurdità della situazione nella quale quei lavoratori sono trattati come merce di scambio per la soluzione di una vertenza che vedrebbe penalizzato lo stabilimento di Manfredonia a beneficio di quello trevigiano.

DUOLE costatarlo, ma siamo alle solite, a quella competizione, non cercata ma evidenziata dai fatti, nord-sud con prevalenza invariabilmente del primo. Come dimostra lo svuotamento di una intera area industriale predisposta per accogliere le aziende del Contratto d’area arrivate a frotte dal nord allettate dai sostanziosi incentivi di quel progetto ideato da Romano Prodi per sopperire alla crisi di una vasta area imperniata su Manfredonia, svuotatasi appena esaurite le prebende di quella considerevole manna. Tra queste anche la DOplà la cui vicenda «richiama molto quella della vetreria Sangalli strappata alla chiusura cui era stata destinata a beneficio del gemello stabilimento del nord, con i denti e tanto sacrificio dai dipendenti che l’hanno spuntata dopo due anni di intensa lotta» ricorda Massimo Ciuffreda tra in protagonisti di quella stagione di rivendicazioni di diritti sacrosanti, oggi dipendente della nuova gestione di quella vetreria non solo recuperata ma potenziata negli asset societari, nonché consigliere comunale impegnato nel “caso DOpla” «che – afferma Ciuffreda – ha tutte le carte in regola per proseguire l’attività»
TANT’È che c’è stata una azienda del napoletano, la “Bava srl” che si è candidata a rilevare lo stabilimento con una congrua offerta. Il Tribunale di Treviso ha preso in considerazione, per il momento, l’offerta del fondo americano “Muzinich”, una società di investimento istituzionale indipendente, che ha offerto diciotto milioni di euro per evitare il fallimento della “DOplà”. Naturalmente il salvataggio varrebbe per lo stabilimento di Treviso dove “Muzinich” ha in mente di trasferire gli impianti della lavorazione della carta e solo 15 dipendenti di Manfredonia. Un progetto decisamente e sdegnosamente respinto dalle maestranze di Manfredonia che si sono dette disponibili a trasferirsi a Traviso tutti e 65. Una soluzione che, se mai fosse attuata, segnerebbe un ulteriore duro colpo alla stessa credibilità di una città, un territorio che dicono di voler risalire la china.
Michele Apollonio

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