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DANTEDI’: QUANDO DANTE INCONTRO’ RE MANFREDI

Il sommo poeta di cui proprio oggi, 25 marzo, ricorre l'anniversario della scomparsa, incontrò nel suo viaggio immaginario re Manfredi di Svevia.

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Il sommo poeta di cui proprio oggi, 25 marzo, ricorre l’anniversario della scomparsa, incontrò nel suo viaggio immaginario re Manfredi di Svevia.
È grazie a Dante Alighieri che conserviamo del fondatore di Manfredonia un ritratto caratteriale e fisico, nonché la rivelazione che venne sepolto prima sotto un cumulo di sassi ammucchiati dagli angioini a ridosso di un ponte presso Benevento, per poi essere riesumato e sepolto “da ove Tronto e Verde in mare sgorga”. Con i suoi versi Dante diede avvio ad un giallo storico che dura ancora oggi, portando con i suoi indizi gli studiosi alle ricerche delle spoglie di re Manfredi.
Dante celebra il re biondo “e bello e di gentile aspetto” nel III canto del Purgatorio, dove insieme a Virgilio incontra le anime degli scomunicati. Ecco di seguito i versi:
E un di lor incominciò: “Chiunque
tu se’, così andando, volgi il viso:
pon mente se di là mi vedesti unque”
Io mi volsi ver lui e guardai il fiso:
biondo era e bello e di gentile aspetto,
ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso.
Quand’io mi fui umilmente disdetto
D’averlo visto mai, el disse: “Or vedi”;
e mostrommi una piaga a sommo ‘l petto.
Poi sorridendo disse: “Io son Manfredi,
nepote di Costanza imperadrice.
E oggi siamo lieti anche noi sipontini di ricordare il sommo poeta, ringraziandolo di aver scolpito nella storia con frasi indelebili il ‘nostro’ re.
Maria Teresa Valente
Maria Teresa Valente