Le prime fave sono già raccolte nel Lazio con quasi un mese di anticipo, in Puglia i piselli hanno accelerato di due settimane e sono sui banchi degli
Le prime fave sono già raccolte nel Lazio con quasi un mese di anticipo, in Puglia i piselli hanno accelerato di due settimane e sono sui banchi degli agricoltori dove ci sono già anche i cavoli viola e rosso e nel Veneto gli asparagi sono maturati oltre dieci giorni prima del normale mentre nel mercato di Campagna Amica di Roma gli agricoltori vendono già anche le fragole di Terracina, il carciofo romanesco, gli agretti, le zucchine e le erbe spontanee.
È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sui mercati degli agricoltori di Campagna Amica sugli effetti concreti dei cambiamenti climatici in occasione dell’ultimo weekend prima della primavera dedicato all’arrivo delle primizie in tutta Italia.
Il caldo anomalo e la siccità hanno mandato in tilt le coltivazioni nei campi lungo tutto lo stivale e stravolto completamente le offerte stagionali normalmente presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno. Il surriscaldamento, continua Coldiretti, colpisce le imprese agricole con lo sconvolgimento dei normali cicli colturali che impatta sul calendario di raccolta e sulle disponibilità con effetti concreti anche per i consumatori che sono costretti a fare i conti con le fluttuazioni anomale dell’offerta dei prodotti che mettono nel carrello della spesa.
Il 2023 si classifica fino a ora al Nord come il più bollente di sempre con una temperatura di 1,44 gradi superiore alla media storica ma l’anomalia riguarda in realtà l’intera Penisola dove la temperatura è stata comunque superiore di 0,76 gradi nei primi due mesi dell’anno, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr che rileva le temperature in Italia dal 1800 ed evidenzia anche precipitazioni al di sotto della media nel primo bimestre dell’anno dopo un 2022 in cui è caduta il 30% di pioggia in meno. E non si tratta di un fatto isolato se il 2022 è stato in Italia l’anno più caldo dal 1800 in una classifica che si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine anche il 2018, 2015 e il 2014.
L’andamento anomalo di questo inverno conferma dunque i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali e impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti.
La finta primavera quest’anno ha provocato uno shock alle coltivazioni ingannate dall’insolito tepore che ha fatto maturare in modo repentino e simultaneo gli ortaggi rendendo impossibile una programmazione scalare della raccolta. Il risultato è un boom di primizie sui banchi di verdure e ortaggi dove è possibile trovare una grande varietà di offerta Made in Italy.
È tuttavia importante verificare sempre l’origine nazionale in etichetta che è obbligatoria per la frutta e verdura e privilegiare gli acquisti direttamente dagli agricoltori nelle aziende o nei mercati di campagna Amica dove i prodotti sono anche più freschi e durano più a lungo. A preoccupare sono invece le piante da frutto, dai mandorli agli albicocchi fino ad alcune varietà di pesche, che si sono ‘risvegliate’ in forte anticipo rispetto all’arrivo della primavera e, in molti casi, sono fiorite e risultano ora particolarmente vulnerabili a un eventuale ritorno del maltempo.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Una nuova sfida per le imprese agricole che, conclude Coldiretti, devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.
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