Alla guida o in ufficio, quale è la città in cui si impreca di più in Italia?

Diciannove imprecazioni al giorno, poco meno di una ogni ora, notte compresa. È Venezia la città italiana che guida l’inusuale classifica stilata da P

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Diciannove imprecazioni al giorno, poco meno di una ogni ora, notte compresa. È Venezia la città italiana che guida l’inusuale classifica stilata da Preply, piattaforma di apprendimento delle lingue. Si resta al Nord per completare il podio, con un secondo posto spartito pari merito tra Brescia e Padova, con 17 imprecazioni al giorno. Medaglia di legno per Genova, con 14. Prima città del Sud è Messina, quinta in classica con un’imprecazione ogni due ore. La città meno “volgare” è invece Taranto, con sole cinque imprecazioni al giorno per ciascun cittadino, una in meno di quanto fatto registrare a Napoli, Verona, Parma, Bari, Bologna e Catania.

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 CASA, ALLA GUIDA OPPURE IN UFFICIO

Esistono, poi, luoghi e contesti in cui gli italiani si lasciano andare più facilmente: accade spesso a casa (34,05%), ma anche quando ci si trova in compagnia degli amici (17,46%). Altre situazioni che mettono a dura prova i nervi degli italiani sono quelle lavorative, con il 16,98% di intervistati che ammette di utilizzare imprecazioni in ufficio, oppure durante la guida, specie quando si è bloccati nel traffico (16,78%). Più nel dettaglio, i catanesi si lasciano andare più facilmente tra le mura di casa, mentre i genovesi quando sono tra amici, i tarantini sono più insofferenti mentre si trovano alla guida, i veneziani sul luogo di lavoro. Ci sono, infine, situazioni in cui gli italiani si trattengono maggiormente, ovvero in presenza di bambini (78,31%) o di un proprio superiore (74,71%).

PAROLACCE A SE STESSI, AGLI AMICI O AGLI SCONOSCIUTI

Curioso anche il dato sui destinatari dell’imprecazione: il 21,07% dice di farlo preferibilmente contro se stesso o senza un obiettivo preciso (17,27%). Tra i bersagli preferiti, poi, ci sono gli amici (17,17%), i collaboratori (11,22%), i partner (10,83%), gli sconosciuti (9,17%), sorelle e fratelli (7,80%) e genitori (5,46%).

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