Crisi Casa Sollievo: costi del personale più alti del pubblico, bilancio ok solo quattro volte in 18 anni

Wanda Ferro, sottosegretaria di Stato per l'Interno, ha risposto all'interpellanza urgente presentata dal deputato della Repubblica, il manfredoniano

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Wanda Ferro, sottosegretaria di Stato per l’Interno, ha risposto all’interpellanza urgente presentata dal deputato della Repubblica, il manfredoniano Giandiego Gatta e dai colleghi Patriarca e Rubano, sulla crisi finanziaria di Casa Sollievo della Sofferenza.

Non sarebbe da addebitarsi ad una mancata assegnazione di adeguati finanziamenti da parte della Regione Puglia, che ha comunicato di aver sempre garantito lo stesso livello di finanziamento alla struttura sanitaria privata accreditata, attesa la rilevanza che la stessa riveste per il servizio sanitario regionale.

E precisato che il volume delle assegnazioni finanziarie è stato mantenuto anche quando il livello di produttività è risultato inferiore rispetto al tetto assegnato, nel pieno rispetto della normativa vigente in materia.

Inoltre, la Regione ha precisato che pur essendo in piano operativo e tenuta al rispetto del decreto legislativo n. 95 del 2012 in materia di tetti di spesa, ha sempre dimostrato grande attenzione alle esigenze dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, e non ha modificato nulla rispetto all’entità del finanziamento degli anni precedenti. 

Secondo la Regione va anche messo in luce che la struttura agisce nella piena autonomia organizzativa e gestionale, attesa la natura di struttura privata accreditata, e negli ultimi 18 anni, come rappresentato dall’amministratore delegato negli incontri intercorsi con stessa, è emerso che la Fondazione ha raggiunto un equilibrio di bilancio solo in quattro occasioni. Quindi, a giudizio della Regione, probabilmente occorre un’analisi approfondita da parte dell’ente circa la corrispondenza tra i requisiti strutturali ed organizzativi, oltre ad una comparazione dei costi standard del personale, rispetto al valore della produzione.

Per l’Irccs, i costi del personale risultano essere più alti di quelli sostenuti dalle strutture pubbliche, che pur applicano i contratti collettivi nazionali.

Inoltre, per il biennio 2023-2024, sono state stanziate ulteriori risorse economiche per l’abbattimento liste di attesa, che non sono da intendersi a fondo perduto, ma corrisposte alla reale produttività della Fondazione, con riferimento ad un panel di prestazioni rispetto alle quali la regione presenta tempi più lunghi nella erogazione.

La Regione ha concluso la sua disamina, precisando che, rispetto alla autonoma decisione assunta dalla struttura di non rinnovare i contratti in scadenza, non può in alcun modo interferire sulle scelte aziendali in quanto ente privato, nella piena consapevolezza che il rapporto contrattuale tra le parti, non è cambiato negli ultimi anni.“Concludo, rassicurando gli onorevoli interpellanti che, evidenziando nuovamente che la materia di cui trattasi è di stretta competenza della regione Puglia, è ferma intenzione del Ministero seguire e dedicare tutta l’attenzione, nel rispetto dei profili di competenza istituzionale, alle vicende legate alla struttura in esame, attesa la rilevanza che la stessa garantisce in termini di assistenza sanitaria non solo a beneficio del territorio, di tutta la regione Puglia”.

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