Un giro di affari milonario che nel tempo ha consentito alla cosca foggiana del clan Moretti-Pellegrino-Lanza, di infiltrarsi nel tessuto socio ec
Un giro di affari milonario che nel tempo ha consentito alla cosca foggiana del clan Moretti-Pellegrino-Lanza, di infiltrarsi nel tessuto socio economico di Pescara, inquinandone, con il metodo mafioso, la vivace realtà produttiva, tramite traffici illeciti sulle piazze locali e investimenti nelle attività imprenditoriali di spicco del territorio.
In molti casi poi, alcuni imprenditori sono stati bersaglio di minacce, aggressioni ed estorsioni; altri ancora hanno dovuto assumere come dipendenti i loro usurai o persone a loro riconducibili. L’impiego, spesso puramente formale, ha permesso a qualcuno di questi la percezione indebita dei contributi previsti per il sostentamento dell’emergenza Covid, senza andare mai a lavorare.
Le indagini hanno fatto emergere anche l’esistenza di un canale di ricettazione di accessori di lusso, bottino di un ingente furto avvenuto nel Foggiano, rivenduto sulla piazza di Pescara da uno degli affiliati al clan. A inquinare ulteriormente l’economia sana del Pescarese, anche l’intestazione fittizia di società, attraverso un unico soggetto, sempre pregiudicato.
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