Si è tenuto martedì 7 marzo un consiglio comunale monotematico richiesto dalle forze politiche di opposizione per fare il punto sulla proposta di inse
Si è tenuto martedì 7 marzo un consiglio comunale monotematico richiesto dalle forze politiche di opposizione per fare il punto sulla proposta di insediamento Seasif nell’area industriale a nord di Manfredonia.
In realtà i dubbi su questa proposta sono tantissimi, perché un progetto vero e proprio non esiste ancora e gira in maniera non ufficiale una relazione di circa trenta pagine che pare essere più simile ad una tesina di terza media che all’ipotesi di un insediamento industriale la cui realizzazione richiederebbe oltre 500 milioni di euro e potrebbe impiegare (a detta di chi lo propone) circa 400 persone.
Ma cos’è la Seasif? Una holding internazionale con sede a Cipro che si presenta come una forte e consolidata realtà (si legge sul sito ufficiale), ma di cui la maggior parte delle notizie reperibili è legata agli articoli su Manfredonia. Strano, vero? Il suo patron, Franco Favilla, viene dipinto come un re Mida ‘mondiale’, ma anche per lui sul web le notizie sono scarsissime.
Tutto ciò mi fa pensare a quando venne a Manfredonia un finto regista che si approfittò della nostra ingenuità e il passo dall’uomo delle stelle all’uomo che fa ‘faville’ potrebbe essere molto breve.
Per non parlare del fatto che questo imprenditore vorrebbe utilizzare i nastri trasportatori del porto industriale, opera ingegneristica costata negli anni ‘90 quasi 120 miliardi delle vecchie lire che non è mai stata messa in funzione in oltre 30 anni e non è stata mai nemmeno collaudata. Nastri di cui nel 2018 il Consorzio ASI, con la consulenza di esperti, aveva deciso la rimozione, poiché una loro ‘riesumazione’ potrebbe richiedere una spesa tale che se oggi parliamo di nastri d’oro, domani potremmo ribattezzarli di platino.
È ovvio che agli insediamenti industriali non possiamo dire NO a prescindere, così come non possiamo dire SÌ senza conoscerne i progetti. Abbiamo pagato e stiamo ancora pagando un prezzo troppo alto per non ricordare a noi stessi che non possiamo barattare il lavoro con la salute.
Ed è altrettanto ovvio che lo sviluppo dell’area industriale dove prima c’era l’ex Enichem riguarda sia Manfredonia che Monte Sant’Angelo e le due città non devono mettersi l’una contro l’altra, ma devono guardare insieme nella stessa direzione.
Ecco, dunque, che nel Consiglio comunale abbiamo votato all’unanimità la procedura di pianificazione partecipata, APPEA, prevista dal PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale) che consentirebbe a Monte e a Manfredonia di programmare e gestire insieme lo sviluppo, magari con l’aiuto dell’Università degli Studi di Foggia o del Politecnico di Bari, di quest’area industriale, con il coinvolgimento dei soggetti interessati, compresa la popolazione.
Come Consiglieri comunali siamo chiamati a rappresentare i cittadini nelle scelte da fare per il territorio, ma non occorre essere tecnici o ingegneri, dobbiamo essere lungimiranti, affinché anche imparando dal passato e dagli errori commessi si possa decidere per il bene comune.
Maria Teresa Valente
Capogruppo Consiliare CON Manfredonia
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