Pil 2022 a +3,7%, Istat ritocca le stime al ribasso

Nel 2022 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.909.154 milioni di euro correnti, con un aumento del 6,8% rispetto all'anno precedente e del 3,7

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Nel 2022 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.909.154 milioni di euro correnti, con un aumento del 6,8% rispetto all’anno precedente e del 3,7% in volume. Lo comunica l’Istat ritoccando al ribasso le stime diffuse il 31 gennaio scorso che indicavano una crescita dell’economia del 3,9%.

Operai al lavoro in una catena di montaggio © ANSA

I dati di oggi sono in linea con le stime della Nadef che a novembre scorso aveva fissato la crescita 2022 proprio al 3,7%. Nel 2022 il rapporto deficit/Pil italiano si è attestato all’8% contro le stime della Nadef del 5,6%. L’Istat precisa che sul calcolo ha pesato l’impatto dei crediti d’imposta, in particolare del Superbonus.La stessa voce ha portato anche ad una revisione peggiorativa dei dati 2020 e 2021, pari rispettivamente a -0,2 e -1,8 punti percentuali. Nel 2020 il deficit si è attestato quindi al 9,7% del Pil (dal 9,5% stimato a settembre scorso) e nel 2021 al 9,0% (dal 7,2% stimato a settembre).

Il rapporto debito/Pil è sceso nel 2022 in Italia. Le rivelazioni Istat sulla contabilità nazionale indicano per lo scorso anno un rapporto al 144,7% contro il 149,8% del 2021. Il dato è migliore delle stime della Nadef che indicavano per lo scorso anno un debito al 145,7% del Pil.

E’ rimasta sostanzialmente stabile nel 2022 la pressione fiscale sui contribuenti italiani. Dal 43,4% del Pil del 2021 si è passati lo scorso anno al 43,5%. Lo si evince dai dati Istat su Pil e indebitamento delle amministrazioni pubbliche nel 2022.

Mef,uscita sostenibile da misure non replicabili – “Il governo con trasparenza, coerenza e responsabilità è impegnato ad assicurare un’uscita sostenibile da misure non replicabili nelle medesime forme. La correzione delle norme sui bonus edilizi è stato l’indispensabile presupposto a tutela dei conti pubblici per il 2023, invertendo una tendenza negativa certificata oggi dall’Istat”. Così il Mef prendendo atto delle decisioni statistiche sugli effetti dei bonus sui conti. Il governo è al lavoro “per risolvere il grave problema di liquidità finanziaria delle imprese ereditato da imprudenti misure di cessione del credito non adeguatamente valutate al momento della loro introduzione”.

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