C’è chi la definisce una sfida ma in palio non c’è niente e, soprattutto, c’è poco da scherzare o da imitare. La chiamano «cicatrice francese», un’ass
C’è chi la definisce una sfida ma in palio non c’è niente e, soprattutto, c’è poco da scherzare o da imitare. La chiamano «cicatrice francese», un’assurda pratica di autolesionismo, una moda dilagante tra i giovani e gli adolescenti nata in Francia e diffusasi in Italia all’inizio di febbraio. Una tendenza del momento che, purtroppo, ha raggiunto e si sta diffondendo anche in Puglia grazie alla viralità del web e ai vari tutorial e demo che si trovano facilmente su Tiktok, sempre più visti, diffusi e purtroppo imitati.
Si tratta, in altre parole, di un livido sul volto autoinflitto con un forte pizzicotto che lascia un segno rosso orizzontale, un «marchio» sugli zigomi che diventa un vanto per chi se lo procura.
L’allarme, in Italia, è partito dagli insegnanti di una scuola a Bologna che hanno cominciato a vedere tra i banchi le facce tumefatte dei loro allievi: prima hanno pensato si trattasse di bullismo, poi hanno scoperto che erano loro stessi a infliggersi le cicatrici sul volto.
In Puglia, come detto, questa assurda moda sta prendendo piede e la conferma arriva dall’Ufficio scolastico regionale che, nei giorni scorsi, ha allertato tutti i dirigenti scolastici di ogni ordine e grado «in considerazione dei primi casi registrati nella nostra regione».
La quantità di video relativi a questa pratica presenti su Tiktok ha anche spinto la Polizia postale a dedicare uno spazio alla spiegazione del fenomeno.
Per prevenire che il fenomeno dilaghi ulteriormente in ambito scolastico, il direttore generale Giuseppe Silipo dell’Usr Puglia, su segnalazione del Dipartimento della Pubblica sicurezza-Centro operativo per la sicurezza cibernetica, ha voluto diramare un’apposita nota informativa alle «diverse componenti delle comunità scolastiche», sollecitando la «massima attenzione al fenomeno»
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