«Il Piano regionale dei rifiuti non viene assolutamente menzionato dalla sentenza. La sentenza del Tar Lombardia, annullando la delibera Arera, ha ann
«Il Piano regionale dei rifiuti non viene assolutamente menzionato dalla sentenza. La sentenza del Tar Lombardia, annullando la delibera Arera, ha annullato le delibere applicative fatte da tutte le Regioni d’Italia. Non c’è nessun caso pugliese». Lo dichiara l’assessora all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, in merito alla sentenza del Tar Lombardia che con una recente sentenza ha annullato la deliberazione 363/2021 dell’Autorità di regolazione Arera. «La norma regolatoria annullata – spiega – disponeva a tutte le Regioni di definire alcuni impianti di gestione dei rifiuti come «minimi», poiché funzionali alla chiusura del ciclo dei rifiuti urbani, in presenza di determinate condizioni di mercato previste dalla stessa norma.
Tale delibera prevedeva inoltre determinati meccanismi di calcolo per la definizione delle tariffe di accesso ai cosiddetti impianti minimi, sulla base di parametri trasparenti e costi efficienti. La Regione Puglia, come altre Regioni, ha applicato tale norma individuando quali impianti minimi gli impianti di recupero Forsu, gli impianti di recupero con valorizzazione energetica e le discariche». «La Regione Puglia – prosegue – procederà alla valutazione delle necessarie determinazioni conseguenti all’annullamento della delibera Arera, congiuntamente con le altre Regioni nei tavoli istituzionali nazionali, adottando tutte le misure utili e necessarie a tutelare le comunità locali nel perseguimento degli obiettivi fissati in materia di gestione dei rifiuti urbani».
LE REAZIONI
«Il piano dei rifiuti, oggetto di molteplici osservazioni critiche da parte dei consiglieri di opposizione, è destinato ad implodere a causa di una sentenza del Tar Lombardia, che ha annullato la delibera Arera che nei fatti consentiva alla Regione Puglia di mascherare la drammatica mancanza di impianti causata dall’improvvisazione e dalla mancanza di prospettiva della Giunta Emiliano». Lo dichiarano i consiglieri regionali del gruppo della Lega, Giacomo Conserva, capogruppo, Fabio Romito e Gianfranco De Blasi. “Adesso – sostengono – non potranno più nascondere la polvere sotto al tappeto e noi pretenderemo, in Aula, che il tema centrale della gestione del ciclo dei rifiuti venga affrontato in modo definitivo con trasparenza, competenza e prospettiva. Non è pensabile che a decidere del flusso dei rifiuti di una intera Regione sia una Agenzia, senza criteri oggettivi, senza procedure di evidenza pubblica, senza programmazione alcuna ma affidandosi solo alla discrezionalità e all’arbitrio».
«Il Tar ha annullato la delibera Arera, utilizzata per «chiudere» il Piano rifiuti. La domanda che rivolgiamo ad Emiliano e alla sua Giunta è la seguente: i cittadini pagheranno tariffe più elevate? Questo è un punto nevralgico che il presidente dovrebbe chiarire in aula». Lo chiedono i consiglieri regionali pugliesi di Forza Italia Paride Mazzotta, capogruppo, Napoleone Cera, Paolo Dell’Erba e Massimiliano Di Cuia. «Cosa che gli chiediamo formalmente – continuano – governano da oltre 16 anni la Regione e non sono riusciti a realizzare impianti pubblici, tanto da dover imporre ai privati un servizio a prezzi imposti. Per la scarsissima, o meglio, inesistente programmazione anche su questo fronte, abbiamo perso i finanziamenti europei per realizzare gli impianti che ci servivano. Un cane che si morde la coda. Ed oggi i risultati sono questi».
«Serve la collaborazione a più livelli istituzionali per accelerare la realizzazione di impianti pubblici»: lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale pugliese, Cristian Casili (M5S). «Apprendiamo – dice – la notizia del pronunciamento del Tar della Lombardia che ha annullato la deliberazione dell’Arera con cui tutte le Regioni sono state chiamate a definire alcuni impianti di gestione dei rifiuti come «minimi» poiché funzionali alla chiusura del ciclo dei rifiuti urbani sottoponendo tali impianti a tariffe di accesso regolate. La Regione Puglia ha dato attuazione a queste previsioni. In Puglia alcuni impianti privati sono stati ricompresi tra quelli minimi soprattutto a causa del ritardo che tutti conosciamo nella realizzazione di impianti pubblici. Questa situazione ci deve rendere ancor più consapevoli della necessità di lavorare in fretta per realizzare gli impianti pubblici che aspettiamo da anni. Purtroppo in questi anni i conflitti sul territorio hanno rappresentato dei freni che non hanno permesso lo sviluppo di una programmazione ponderata e serena».
«La sentenza del Tar Lombardia sull’annullamento della delibera Arera non fa altro che rendere più problematica la gestione dei rifiuti pugliese che era già di per sé tragica». Così interviene il gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale pugliese. «È evidente – proseguono i consiglieri di Fdi – che oggi siamo di fronte a una decisione che mette in discussione il Piano rifiuti, che non solo non abbiamo votato, ma del quale avevamo denunciato tutte le criticità a cominciare dalle enunciazioni: si proclama lo smaltimento pubblico ma si conferisce agli impianti privati. Ad oggi non risulta aperto nessun impianto pubblico, così come previsto dalla road map illustrata al momento dell’adozione del piano. Tutti privati ai quale si voleva imporre il prezzo. Un’assurdità il cui peso ora ricadrà sulle tasche dei pugliesi costretti a pagare una delle Tari più alte d’Italia. Ancora una volta viene certificato il fallimento delle politiche sui rifiuti del governo Emiliano anche sul piano della gestione amministrativa».
«Non se ne può più. È saltato il piano dei rifiuti. Ora esploderanno le tariffe. Lo ha deciso il Tar della Lombardia, annullando una delibera dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente – Arera, usata dalla Regione Puglia per coprire una delle più grandi vergogne: la mancanza d’impianti pubblici per chiudere il ciclo dei rifiuti, usando le migliori tecnologia e senza illusioni da dopolavoristi». Lo dichiarano il consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, e i consiglieri Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo. «Diciamolo subito a scanso di equivoci e a evitare scuse. La Regione Puglia – proseguono – ha usato, per chiudere il piano dei rifiuti approvato di recente, una delibera dell’Arera, ed è quella delibera ad essere stata dichiarata illegittima da Tar, travolgendo quindi a cascata tutti gli atti regionali che ad essa facevano riferimento». «Ma diffidiamo dall’usare questa ragione – proseguono – per giustificare il vero fatto neppure tanto sotto inteso: la clamorosa mancanza di impianti e la perdita di milioni e milioni di finanziamenti europei per realizzarli, considerato che la delibera Arera è stata usata dalla Regione proprio per coprire inerzie e inettitudini. Il fatto che la toppa sia stata dichiarata inutilizzabile, dunque, non giustifica i responsabili del buco».
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