LE “MERAVIGLIE DI MANFREDONIA” sono quei gruppi di mascherine preparate da mamme premurose, auspici le scuole (elementari e medie) che frequentano, ch
LE “MERAVIGLIE DI MANFREDONIA” sono quei gruppi di mascherine preparate da mamme premurose, auspici le scuole (elementari e medie) che frequentano, che hanno reso famoso il Carnevale di Manfredonia. Fanno parte ormai della tradizione del Carnevale del golfo adriatico. Un primato rimasto ineguagliato. Confermato anche in questa edizione 2023 rabberciata alla men peggio. I vari team di maschere, “complice”, come da copione, la giornata di splendido sole, hanno brillato di luce propria offrendo uno spettacolo strepitoso che ben si riallaccia in straordinaria continuità con le migliori performance carnevalesche. Una stupefacente parata di bellezza che ha incantato per la varietà dei temi sviluppati con studiata maestria dalle autrici-autori, per la scelta dei colori e dei materiali con prevalenza di quelli “poveri”, il tutto presentato a passo di danza anche questo opportunamente preparato. Si: una vera meraviglia che non ha fatto rimpiangere l’assenza dei carri allegorici.
AI CARRISTI-CARTAPESTAI non è stato dato il tempo necessario per poterli allestire e dunque di essere presenti. Anche queste fantasmagoriche attrazioni hanno guadagnato la ribalta sfavillante del Carnevale di Manfredonia. Una conquista “recente” a riprova che il Carnevale è un continuo divenire che si rinnova e arricchisce di attrazioni. I carri allegorici sono entrati sulla scena del Carnevale di Manfredonia, negli Anni cinquanta ad iniziativa ed opera degli studenti della IV e V classe del liceo scientifico, auspice il professore Michele Milano, all’epoca assessore alla cultura al Comune di Manfredonia, che propose a quei ragazzi di «pensare a qualcosa di nuovo da introdurre nel Carnevale». Nacquero, sotto la direzione dell’indimenticabile professore Tommaso Adabbo, i primi due carri allegorici che sfilarono per il corso tra la sorpresa e l’ammirazione della gente, e inaugurarono la sfilata dei carri nel carnevale di Manfredonia. Fu anche l’avvio di una proficua attività di costruttori di carri carnevaleschi e di eccellenti cartapestai che hanno dato molto alla rinomanza del Carnevale di Manfredonia che in quegli anni poteva contare su un ventaglio di attrazioni che calamitavano gente anche da oltre provincia.
TRA QUESTE grande appeal avevano i Veglioni danzanti. Si innestarono sulle “socie”, veglioni ante litteram caserecci, cadute in disuso soppiantati appunto dei veglioni. Se ne contavano diversi in contemporanea per tutte e tre le sere del Carnevale, più quella della Pentolaccia. Erano appuntamenti di grande raffinatezza per la presenza dei più rinomati e acclamati interpreti della canzone italiana. Il Teatro Pesante non bastava e si allestirono a veglione anche alcuni grandi garage cittadini. Anche questo filone si è esaurito da qualche anno. Rimane il Carnevale che sopravvive a sé stesso ma che abbisogna di un ente gestore qualificato che provveda a ristrutturare una manifestazione che presenta tante opportunità anche economiche ma anche tantissime criticità e manchevolezze che ne minano l’efficacia.
Michele Apollonio
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