Il bilancio del terremoto in Turchia e Siria supera gli 11.700 morti. I funzionari dell'Organizzazione mondiale della sanità stimano che le vittime
Il bilancio del terremoto in Turchia e Siria supera gli 11.700 morti.
I funzionari dell’Organizzazione mondiale della sanità stimano che le vittime potrebbero essere fino a 20.000.
I feriti sono 37.011. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan fa mea culpa sulla macchina dei soccorsi dopo che si erano levate critiche sulla lentezza nel raggiungere alcune delle aree colpite. “Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade, ma oggi le cose stanno diventando più facili e domani sarà ancora più facile”, ha affermato Erdogan come riportano i media internazionali. “Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse – ha aggiunto mentre è in visita nei luoghi colpiti dal sisma -. Lo Stato sta facendo il suo lavoro”.
Più di 298.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case a causa del terremoto: lo hanno riferito i media statali siriani. Il numero, riporta il Guardian, sembra essere un riferimento solo alle parti della Siria sotto il controllo del governo, non a quelle controllate da altre fazioni nel nord-ovest del Paese, che è più vicino all’epicentro del terremoto di lunedì.
Bare di metallo verde sono allineate 10 alla volta sotto una tettoia nel cimitero principale di Gaziantep, in Turchia, in attesa che un imam le benedica prima di una frettolosa sepoltura. Mentre i soccorritori sono al lavoro nella speranza di trovare ancora persone vive, il cimitero di Yesilkent trabocca di parenti in lutto giunti da tutta la regione nella città vicina all’epicentro del sisma. Il numero di vittime da seppellire è così alto che il sindaco di Gaziantep, Fatma Sahin, ha lanciato un appello affinché più predicatori musulmani si facciano avanti per aiutare con i funerali nei cimiteri.
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