Sempre più un fibrillazione la Brigata Rotice

̀ CHE IL SINDACO Rotice e la sua squadra di governo non siano in grado di interpretare i bisogni di Manfredonia e di affrontare le questi

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CHE IL SINDACO Rotice e la sua squadra di governo non siano in grado di interpretare i bisogni di Manfredonia e di affrontare le questioni fondamentali per rimetterla in sesto dopo le tante mazzate che ha ricevute da amministratori poco accorti e interessati alla città, lo si è capito strada facendo nel breve tratto di poco più di un anno di permanenza a Palazzo San Domenico. Non è pertanto parso incomprensibile il passo falso del voto alla Provincia, compiuto scientemente che di fatto e stando alle dichiarazioni degli interessati, mettono in discussione la coalizione politica frastagliata e litigiosa e con pezzi persi per strada.
I FATTI sono ben noti. Espressione di una coalizione di centrodestra, Rotice non si è attenuto alle direttive di coalizione per decidere un ruolo importante come quello di presidente della Provincia di Foggia, già retta dal centrodestra. Ha votato un altro candidato diverso da quello indicato come rappresentante del centrodestra. Che infatti ha perso la partita. Una falla decisiva provocato da Rotice col suo voto difforme, un «tradimento» è stato detto a chiare lettere da quei partiti – Forza Italia e Fratelli d’Italia – che costituiscono l’ossatura dell’amministrazione Rotice. I numeri sono chiari: dei 15 consiglieri di maggioranza, sette sono FI; uno di FdI ma è imputato di reati mafiosi nel processo “Omnia Nostra”; dei sei assessori (erano sette prima della cacciata di Angelo Salvemini, il più suffragato in assoluto in una civica di Rotice che ha assunto l’interim delle opere pubbliche) due sono di FI, uno di FdI, gli altri di liste civiche di varia estrazione anche ex di sinistra.
I RESPONSABILI provinciali e regionali di Fi e FdI sono stati espliciti nella decisone di «revocare qualsiasi forma di sostegno a quella esperienza di governo (Rotice, ndr), pena l’espulsione dal partito».
QUASI serafico il commento di Rotice: «Andiamo avanti perché abbiamo avuto un mandato dai cittadini di Manfredonia che non badano a queste beghe ma che vogliono la risoluzione dei veri problemi. Sono convinto che la maggioranza si ricompatterà per trovare delle soluzioni. Non possiamo tradire la fiducia dei nostri elettori. Io vado avanti. Se Forza Italia e Fratelli d’Italia toglieranno il sostegno tradiranno la fiducia dei manfredoniani che ci hanno votato». Insomma, per Gianni Rotice – va rilevando la gente rimasta basita da queste giravolte roticiane – non è successo niente, sono anzi FI e FdI che tradiscono, che intavolano “beghe” cui non badare. La prospettiva è una ricomposizione della giunta.
LA QUESTIONE – per dirla alla Flaiano – e molto grave ma non seria. E sarebbe ora che a Manfredonia la serietà non sia una opzione casuale, ma al contrario sia una affermata condivisa diffusa consapevolezza di atteggiamenti di responsabilità, rispondenti ai principi di rettitudine, di moralità, di legalità. Ancora una volta in questo inizio di terzo millennio, Manfredonia si ritrova a dover ricominciare tutto d’accapo. A ricostruire una città, un territorio che si sono andati svuotando di attività lavorative e di persone scappate via stanche di feste, festini e festicciole che non danno pane e lavoro. E futuro. La popolazione sipontina è ancora capace di trovare la barra della situazione?
Michele Apollonio

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