Inps: donne in pensione con 976 euro, il 30% in meno degli uomini

Si conferma il divario tra gli importi delle pensioni di uomini e donne. Per le pensioni liquidate nel 2023 - emerge dall'Osservatorio sui flussi d

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Si conferma il divario tra gli importi delle pensioni di uomini e donne.

Ricercatrice al lavoro © ANSA

Per le pensioni liquidate nel 2023 – emerge dall’Osservatorio sui flussi di pensionamento dell’Inps – si è registrato un assegno medio di 1.153 euro (comprese vecchiaia, anticipate, invalidità e superstiti) ma se per gli uomini l’assegno medio è di 1.381 euro per le donne si ferma a 976 euro al mese con una differenza di circa il 30%.

Il divario è ancora maggiore per i dipendenti con gli uomini che, grazie a carriere più lunghe e a retribuzioni più alte, sono usciti in media con un assegno di vecchiaia quasi doppio delle donne (1.440 contro 754 euro).

Nel 2022 sono state liquidate 779.791 nuove pensioni tra assegni di vecchiaia, anticipati, invalidità e superstiti con un calo del 12,28% rispetto al 2021, emerge ancora dall’Osservatorio, secondo il quale la riduzione è stata più consistente per le pensioni anticipate diminuite del 18,21% (da 295.072 a 241.339).

Il dato dovrebbe essere legato all’esaurimento nel 2021 di Quota 100 sostituita da Quota 102 con maglie più strette. L’assegno medio delle nuove pensioni è stato di 1.153 euro (in calo sul 2021) con differenze sostanziose tra le pensioni di vecchiaia (845 euro) e le anticipate (1.907 euro).

Sono 23.812 le pensioni liquidate nel 2022 con la misura Opzione donna con un aumento del 15,4% sul 2021. Lo si legge nell’Osservatorio Inps sul monitoraggio dei flussi di pensionamento secondo il quale nel 2022 sono state 8.833 le donne che si sono avvalse della misura prima dei 59 anni con assegni per quasi la metà di queste inferiori a 500 euro. Quasi il 90% di chi è uscito prima dei 59 anni ha scelto di farlo con pensioni inferiori a 1.000 euro. Se si guarda al complesso delle pensioni liquidate con Opzione donna (pensione calcolata interamente con il metodo contributivo) si vede che oltre la metà degli assegni liquidati (12.298) vale meno di 500 euro al mese e l’88,75% vale meno di 1.000 euro.

Le domande di invalidità all’Inps “provengono per il 22% da tumori e per il 21,5% da patologie psichiche“, pari a “circa 180.000 e a quasi 178.000” istanze all’anno. È quanto riferito, in Commissione Affari sociali, al Senato, dal presidente dell’Istituto di previdenza pubblico Pasquale Tridico. “Abbiamo operato rilasci dell’invalidità nel giro di tre giorni dalla domanda – dice – perché c’è un’esigenza molto forte”, con valutazione fatta “attraverso gli atti che ci propongono direttamente gli ospedali”.

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