Via libera dell’Ue, altri 500 milioni di aiuti militari a Kiev

I 27 ministri degli Esteri dell'Unione Europea riuniti oggi a Bruxelles per il Consiglio affari esteri hanno dato il via libera politico a una nuova t

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I 27 ministri degli Esteri dell’Unione Europea riuniti oggi a Bruxelles per il Consiglio affari esteri hanno dato il via libera politico a una nuova tranche di aiuti militari all’Ucraina del valore di 500 milioni nel quadro delle risorse dello European Peace Facility.

Varsavia chiederà a Berlino l'autorizzazione sui tank Leopard © EPA

Lo fa sapere la presidenza di turno svedese.

La decisione formale, sottolineano fonti diplomatiche, sarà invece presa da un prossimo Coreper (il comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue).  

   “Il tema dei carri armati è importante ma si deve tenere in considerazione la quantità di aiuti militari che è stata decisa alla riunione di Ramstein”, ha osservato l’Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell al termine del consiglio Affari Esteri a Bruxelles. “La nota principale che è emersa dalla nostra discussione è che la Germania non bloccherà i Paesi che decidono di inviare i tank”.

   L’Ungheria, da parte sua ha annunciato il proprio sostegno alla nuova tranche di aiuti militari a Kiev, dopo che nei giorni scorsi aveva fatto resistenze al via libera.

   “Qualsiasi decisione che possa portare al prolungamento della guerra è contraria ai nostri interessi, e quindi non consideriamo giusto o una buona idea aumentare le forniture di armi, ma non blocchiamo l’attuazione della decisione dell’Ue al riguardo”, ha spiegato il ministro ungherese degli Esteri, Péter Szijjártó, a margine del Consiglio affari esteri. Il titolare della diplomazia magiara si è poi soffermato sul decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, spiegando che la proposta in merito della Commissione europea sarebbe “abbastanza avanzata” e “sostenuta dalla maggioranza degli Stati membri”. Szijjártó ha quindi ribadito la contrarietà di Budapest a nuove misure restrittive contro il Cremlino, lamentando il fatto che alla riunione dei ministri degli Esteri Ue “regni lo stesso clima bellicoso dell’anno scorso”.  “Stiamo parlando di spedizioni di armi e sanzioni, non di pace” ha attaccato il ministro, bollando le misure restrittive finora adottate come “un esperimento fallito”, dal momento che
non sono riuscite a fermare la guerra russa in Ucraina.

   “I Paesi europei che contribuiscono direttamente o indirettamente a inondare l’Ucraina di armi, ne sono responsabili, e a pagare per questo pseudo-sostegno sarà il popolo ucraino”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax, rispondendo a una domanda sulla possibile fornitura di carri armati tedeschi Leopard attraverso Paesi terzi, come la Polonia. Mentre il  il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov ha assicurato che le forze russe “sbricioleranno” tutte le armi e i mezzi militari che i Paesi occidentali forniranno all’Ucraina. “Gli avversari della Russia – ha aggiunto – continuano ad alzare la posta, ma, come abbiamo detto fermamente in numerose occasioni, gli obiettivi dell’operazione militare speciale saranno raggiunti”. Da parte sua il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha detto che “il mondo si avvicina al rischio della Terza Guerra Mondiale di fronte ai preparativi di aggressione contro la Russia”. “L’operazione speciale che si sta compiendo” in Ucraina “è stata una misura forzata ed estrema, una risposta alla preparazione dell’aggressione da parte degli Stati Uniti d’America e dei suoi satelliti. È ovvio che il mondo si è avvicinato alla minaccia di una terza guerra mondiale per quello che è successo”, ha affermato. Gli ha fatto eco il ministro degli esteri, Serghei Lavrov, secondo il quale la guerra tra Russia e l’Occidente “non è più ibrida” ma “quasi reale”.

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