Se il buon Anno si vede dal …Carneval

LE DATE annunciate delle manifestazioni del Carnevale di Manfredonia sono 19, 21 e 25. (Un terno da giocare al Lotto: non hai visto mai…) Di febbr

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LE DATE annunciate delle manifestazioni del Carnevale di Manfredonia sono 19, 21 e 25. (Un terno da giocare al Lotto: non hai visto mai…) Di febbraio, naturalmente. Alla fine di una fitta contesa è prevalso il pensiero della gran parte della popolazione contro il parere, pur motivato, di quanti avevano proposto uno spostamento più in avanti. In primavera o addirittura in estate. Una forzatura senza senso. Se solo si volesse, in quelle stagioni ci sarebbero ben altri e più adeguati spunti per manifestazioni festaiole anche meglio attrattive del Carnevale. Che rimane una ricorrenza ben inquadrata nella Tradizione.
OGGI il carnevale è un prodotto del consumismo inteso come spettacolo espresso nella maniera più fantasiosa, ma originariamente era un rito propiziatorio per la nuova stagione agricola eppertanto collocato in un preciso periodo di inizio anno. Non è dato immaginare come sarà questa edizione 2023. L’auspicio è riposto nel significato cabalistico di quel 19, inizio delle manifestazioni annunciate: “la risata”. Vogliamo sperare nel senso migliore: come simbolo di una situazione tranquilla, divertente, rilassante. Ma sarà tutto da scoprire. Come sarà tutto da scoprire la gestione amministrativa di questo appena avviato 2023. Le premesse lasciano perplessi.
BENCHE’ l’amministrazione Rotice abbia proclamato il “turismo” guida economica-sociale-culturale della città e abbia eretto in bellavista il totem ispiratore “La fabbrica del Carnevale” (che non è servito a preparare per tempo la kermesse), non è riuscita a dare contenuti a questa chance che rimane sì una risorsa ma solo una branca dell’assortito ventaglio di opportunità economiche-sociali-culturali del territorio. Tutto rimane nel vago, nella improvvisazione. Che pare sia lo stigma di questa amministrazione post scioglimento della precedente. E se per il carnevale tutto sommato può anche passare, non così è per tante altre attività specifiche di una amministrazione comunale che deve agire in nome e per conto della popolazione cui deve dare conto del proprio operato.
IL GOVERNO Rotice, quanto meno in questo priamo anno di gestone, non ha mantenuto le promesse tanto largamente pontificate in sede di propaganda elettorale.
Manfredonia è ben lontana da quella ripresa e resilienza sostenuta da laute risorse finanziarie governative. La gente, i giovani, continuano ad abbandonare la città. Vanno via col magone in corpo, a migliaia. Non solo manca il lavoro, motore di progresso, ma non si vedono le indispensabili premesse perché possa implementarsi. Eppure le risorse cui fare riferimento non mancano e sono straordinarie.
NON C’È programmazione, progettualità per una città sempre più in balia di sé stessa. Gli esempi sono ormai tanti e illuminanti: la gestione caotica dei parcheggi, il pasticcio dei tributi, le contraddizioni della Tari, le incognite dell’Ase, i misteri infiniti delle Luci del golfo, i silenzi sulla sanità, provvedimenti annunciati ma poi ritirati in consiglio comunale (che fine ha fatto l’appalto dei servizi energetici cittadini?), il mancato decoro della città (lo sfalcio dell’erba in qualche tratto o il rifacimento del bitume di alcune strade non fanno… primavera: il decoro della città è ben altro e non è soltanto materiale), i bilanci comunali contestati dai consiglieri di minoranza ma anche – è di questi giorni – dalla Corte dei conti che ha rilevato gravi omissioni ed errori che denunciano una persistente incapacità degli addetti, politici e non, ai conti comunali. Senza tralasciare la inquietante presenza di 26 manfredoniani tra i 45 rinviati a giudizio dalla DDA nell’operazione “Omnia nostra” con pesanti reati mafiosi.
UNA COMPAGINE amministrativa che evidentemente non ha trovato (ancora?) un suo modus operandi nonostante supporti esterni come il contestato staff del sindaco «rispetto al quale – si è affrettato a “chiarire” Rotice – non è stato speso neanche un centesimo di risorse pubbliche». E allora le domande: Chi lo paga? A che titolo? Per fare cosa?
Il secondo anno della gestione Rotice è appena iniziato: si confidava che l’esperienza del primo anno potesse servire a mettere a punto il motore della compagine politico-amministrativa alla guida della città e di condurla verso le mete attese, si è invece annunciato con una scabrosa e inquietante vicenda che getta ombre sinistre che non promettono niente di buono.
Michele Apollonio

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