- 1467 ’ – ̀ DI SAN LORENZO MAIORANO, patrono “storico” di Siponto (nel tempo si sono aggiunti San Filippo Neri e la Madonna di
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1467 ’ – ̀
DI SAN LORENZO MAIORANO, patrono “storico” di Siponto (nel tempo si sono aggiunti San Filippo Neri e la Madonna di Siponto), la Chiesa sipontina non conserva alcuna reliquia. Non perché non ce ne fossero, ma perché andate disperse nell’incendio del monumentale duomo gotico eretto a Manfredonia da Carlo I d’Angiò, per mano dei turchi nel famoso sacco della città del 1620. San Lorenzo arrivò a Siponto nel 488, invocato dai maggiorenti del tempo per superare una difficile fase storica della città. Nel suo lungo apostolato (57 anni) tantissime furono le opere compiute. E’ stato l’iniziatore del culto di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo. Manfredonia lo ricorda nel suo stemma cittadino nel momento i cui vince il drago frapposto sul suo cammino dal barbaro Totila il quale, colpito da quel segno di potenza, abbandonò l’assedio della città.
LA MANCANZA di una testimonianza di quella illuminata presenza, ha sempre crucciato i fedeli sipontini e manfredoniani. Un vuoto che potrebbe essere colmato. Si è infatti scoperto che di San Lorenzo vescovo esiste un busto ligneo che si trova a Caltagirone in Sicilia. Come mai questa immagine del vescovo sipontino è finita in Sicilia?
A SPIEGARNE la vicenda è Alberto Cavallini, storico della Chiesa sipontina-garganica, direttore di “Voci e Volti” periodico dell’arcidiocesi di Manfredonia Vieste San Giovanni Rotondo. «Del busto di San Lorenzo ce ne dà notizia – cita – una preziosa pergamena sottoscritta dall’arcivescovo Burgio, custodita nell’archivio della chiesa di Caltagirone e trascritta nel vol. I, fol. 345, dei Privilegi di quella città».
L’ARCIVESCOVO sipontino Giovanni Burgio (1449-1458), succeduto all’arcivescovo cardinale Bessarione – ricostruisce Cavallini – prima di essere trasferito alla nuova sede metropolitana di Palermo (1467), donò, insieme ad altre, e alla presenza del Capitolo sipontino, una preziosa reliquia del nostro patrono San Lorenzo vescovo, alla chiesa collegiata della sua città natale, Caltagirone appunto, consegnando il tutto nelle mani sicure di don Nicolao Monteleone, arcidiacono del Gargano e vicario generale dello stesso arcivescovo Burgio, nonché canonico della cattedrale di Siracusa e prebendato della stessa chiesa di San Giacomo di Caltagirone, beneficiaria del dono. L’arcivescovo Burgio, donava tutte le reliquie descritte nella pergamena, prelevate nella chiesa cattedrale sipontina e in altre chiese del territorio affinché l’arcidiacono Monteleone realizzasse la cappella delle reliquie per dar lustro e onore alla chiesa caltagironese di San Giacomo. Venne realizzato un prezioso reliquario nel quale fu trasferita anche la teca contenente il busto ligneo del patrono di Siponto.
«NEL 1977 – ricorda lo storico – una delegazione di Caltagirone fece visita all’arcivescovo Vailati cui donò un artistico piatto in ceramica, ora custodito in Seminario, dipinto a mano e raffigurante l’arcivescovo Giovanni Burgio e il reliquiario venerato in Caltagirone con la preziosa reliquia di San Lorenzo vescovo. Sarebbe quanto mai auspicabile e bello per la città di Manfredonia e per l’Arcidiocesi tutta – annota Cavallini – poter riavere da Caltagirone la reliquia del patrono San Lorenzo per colmare un vuoto fortemente avvertito dai fedeli».
INTERLOCUZIONI in tal senso sono state avviate fra le due curie e tutto lascia intendere che il busto ligneo di San Lorenzo Maiorano possa far ritorno a Manfredonia.
Michele Apollonio
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