E’ stato condannato a 30 anni di reclusione e al pagamento 4000 euro di multa, il 30enne Felice Cassano, a giudizio dinanzi al Corte d’Assise di Foggi
E’ stato condannato a 30 anni di reclusione e al pagamento 4000 euro di multa, il 30enne Felice Cassano, a giudizio dinanzi al Corte d’Assise di Foggia (presidente Mario Talani) per l’omicidio della donna 90enne Filomena D’antino, conosciuta come ‘Zia Mea’. Il fatto di sangue avvenne nell’aprile di due anni fa, nell’abitazione dell’anziana, a San Marco La Catola.
Il verdetto di primo grado è stato pronunciato poco fa, al Tribunale di Foggia, dopo una Camera di Consiglio durata più di tre ore; accordata una provvisionale di 100.000 euro alla parte civile. Per l’uomo, reo-confesso e detenuto presso la casa circondariale di Bari, oggi presente in aula, la pubblica accusa (pm Roberto Galli) aveva chiesto una condanna complessia a 22 anni. compensando l’eventuale concessione delle attenuanti generiche con le aggravanti contestate. Per quanto attiene, invece, i reati in materia di droga di cui risponde l’imputato, la richiesta era di 1 anno di reclusione (pene accessorie come per legge).
“Non abbiamo la pistola fumante, ma ci troviamo ugualmente di fronte ad un caso di omicidio volontario, la cui condotta è ancor più violenta se letta alla luce della corporatura, dell’età e della fragilità della vittima”, aveva spiega il pm nel corso della sua requisitoria. Il fatto di sangue, lo ricordiamo, si inserisce nel contesto di una presunta rapina in abitazione: “Dopo aver strattonato e scaraventato l’anziana contro una parete, contro un camino sul quale batte la testa, l’imputato ha rovistato disperatamente, per oltre un’ora, alla ricerca di denaro o preziosi”, aggiunge Galli.
Una circostanza che appare ancora più grave alla luce delle risultanze dell’esame autoptico (messe agli atti), che hanno rivelato che l’anziana non è morta non sul colpo, ma si è spenta per la grave emorragia causata dalla ferita. Il suo corpo, ormai privo di vita, fu trovato solo il giorno seguente, dal figlio, che aprendo l’abitazione della 90enne, la trovò esanime in una pozza di sangue. Le indagini avviate dai carabinieri strinsero subito il cerchio attorno al 30enne
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