Lo ha annunciato la premier il 12 gennaio in tv: il governo sta lavorando a un bonus trasporti. «Nell'ultimo decreto c'è una norma che rimborsa i pend
Lo ha annunciato la premier il 12 gennaio in tv: il governo sta lavorando a un bonus trasporti. «Nell’ultimo decreto c’è una norma che rimborsa i pendolari della somma che spendono per gli abbonamenti ai mezzi pubblici. Stiamo cercando di aiutare, in una situazione di difficoltà, chi è in maggiore difficoltà piuttosto che dare aiuti indistintamente a tutti», ha detto ai microfoni del Tg5. La novità è inserita nel provvedimento sui prezzi dei carburanti pubblicato in Gazzetta sabato 14 gennaio sotto il pressing delle polemiche sul mancato taglio delle accise deciso dal governo e delle frizioni all’interno della stessa maggioranza.
L’ordine del giorno dell’opposizione
Il nuovo bonus sarà destinato alle persone con redditi inferiori a 20mila euro (non più 35.000 euro come nella versione precedente della misura). Lo prevede il decreto sulla trasparenza dei prezzi della benzina che per l’intervento stanzia 100 milioni. Il buono reca il nominativo del beneficiario, è utilizzabile per l’acquisto di un solo abbonamento, non è cedibile, non costituisce reddito imponibile e non rileva al fine del computo del valore dell’indicatore Isee.È dunque una nuova edizione del bonus trasporti attivo fino al 31 dicembre scorso. Per altro il 12 gennaio il governo, nel corso dell’approvazione del dl Aiuti-quater, ha accolto un ordine del giorno a firma dell’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando (Pd) che in veste di titolare del dicastero di via Flavia aveva avuto in gestione la piattaforma per richiedere lo sconto. «Si tratta di un primo segnale di attenzione, su cui vigileremo e ci impegniamo ad una concreta attuazione, ad una misura di buonsenso che avevamo introdotto con lo scorso Governo mettendo a disposizione risorse utili a studenti, pensionati, lavoratori, pendolari e famiglie per alleviare i costi di trasporto favorendo in questo modo una valida alternativa all’utilizzo del mezzo privato», ha dichiarato il deputato dell’opposizione.
Il “vecchio” bonus
Il bonus era nato nel dl Aiuti (decreto legge n.50/2022) dove all’articolo 35 veniva istituito un Fondo con uno stanziamento di 180 milioni per finanziare «un buono da utilizzare per l’acquisto di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale ovvero per i servizi di trasporto ferroviario nazionale». Questo Fondo è stato successivamente incrementato di 10 milioni dai decreti Aiuti-bis e Aiuti-ter per poi essere depotenziato nel dl Aiuti-quater (decreto 176/2022) che ha stabilito una sforbiciata di 50 milioni per finanziare le misure di calmieramento del caro-bollette per gli enti del Terzo settore.
Le regole
Regolamentato dal decreto interministeriale 5/2022, del 29 luglio il bonus aveva garantito uno sconto fino a 60 euro del costo degli abbonamenti per il trasporto pubblico: autobus, tram e ferrovie regionali. Poteva essere ottenuto da tutti coloro con Isee fino a 35mila euro: «nel caso in cui il beneficiario sia minore, tale requisito deve sussistere in relazione al minore beneficiario del buono, a prescindere dal reddito del richiedente», recita il provvedimento. Per i bambini e i ragazzi al di sotto dei 18 anni, quindi, non rilevava il reddito familiare ma quello personale. Il bonus è stato chiuso il 31 dicembre: lo si poteva richiedere sul sito del ministero del Lavoro fino a esaurimento delle risorse e più di una volta, purché usufruito nell’arco del mese della domanda. Per ottenere il buono occorreva collegarsi con la piattaforma e armati di Isee e di codice fiscale fare istanza indicando l’azienda di trasporto tra le più di mille aderenti. A procedura conclusa il sistema rilasciava un codice identificativo da “spendere” nelle biglietterie per l’acquisto degli abbonamenti mensili: il bonus era valido nel mese di emissione, superato il quale scadeva reimmettendo il denaro nella dotazione del Fondo.
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