Sullo sblocca-trivelle si profila un nuovo pesante scontro fra governo e Regione. A riaccendere le polemiche sulle piattaforme al largo delle coste re
Sullo sblocca-trivelle si profila un nuovo pesante scontro fra governo e Regione. A riaccendere le polemiche sulle piattaforme al largo delle coste regionali è stata l’approvazione alla Camera del decreto Aiuti Quater, che contiene anche il via libera a nuove attività di ricerca e di estrazione di petrolio e gas, nel Mediterraneo, principalmente Adriatico e Ionio, a meno di dieci miglia dalla costa. Diverse le richieste di permessi che riguardano la Puglia, da parte di compagnie petrolifere interessate ai giacimenti sottomarini.
“Lo sblocca trivelle è uno schiaffo al mare della Puglia”, scrive in Rete l’assessora regionale all’Ambiente Anna Grazia Maraschio. “Queste attività – continua – rappresentano un rischio per l’intero sistema ecomarino”.
Per la prossima settimana l’assessora ha convocato un incontro con i sindaci delle comunità litorali pugliesi. Obiettivo: creare un fronte comune contro la decisione del governo. Ma c’è già chi all’interno della giunta regionale non esclude la possibilità di impugnare la legge che dà il via libera alle trivellazioni.
Duro l’attacco anche da parte del Movimento 5 Stelle: “Ennesima scelta folle e propagandistica di un governo che mette a rischio l’ambiente per ottenere un ipotetico volume di idrocarburi, sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico nazionale solo per qualche mese”, dichiarano il vicepresidente dei pentastellati Mario Turco e il coordinatore regionale del Movimento, Leonardo Donno.
Dal fronte del centrodestra arriva però la difesa dell’esecutivo: “Il governo ha dovuto stanziare 23 miliardi di euro per abbassare le bollette e c’è ancora chi si oppone alla ricerca di nuove fonti energetiche”, fa notare il deputato pugliese della Lega Davide Bellomo. “Questa – prosegue – è un’azione che va portata avanti nel rispetto dell’ambiente.
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