Quando l’udienza preliminare del processo per la costruzione del centro commerciale “GrandApulia” è entrata nel vivo a dicembre scorso, i 12 reati con
Quando l’udienza preliminare del processo per la costruzione del centro commerciale “GrandApulia” è entrata nel vivo a dicembre scorso, i 12 reati contestati ai 14 imputati erano già prescritti: alcuni sin dal 2017, altri nel corso del 2022. Sono racchiuse in 18 pagine le motivazioni della sentenza del 9 gennaio del gup Antonio Sicuranza che ha dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione. Il pm chiedeva il rinvio a giudizio di imprenditori, legali rappresentanti di una mezza dozzina di società e imprese, direttori dei lavori, tecnici, funzionari comunali sostenendo che dietro la costruzione del “GrandApulia” in zona Incoronata c’è una lottizzazione abusiva a fini edificatori-commerciali, in un’area dove sorgeva inizialmente l’ex zuccherificio della Sfir, la cui parziale demolizione non fu seguita da una adeguata bonifica dell’area: da qui tutta una serie di contestazioni di reati in materia ambientale e urbanistica e di truffa per mancato pagamento dell’ecotassa regionale.
La prima richiesta di rinvio a giudizio della Procura è datata 10 ottobre 2019 ma fu dichiarata nulla; ce ne fu una seconda il 16 marzo 2022. L’udienza preliminare è quindi iniziata il 10 ottobre 2022 quando si prese atto – annota il gup in sentenza – che il calcolo iniziale del pm sull’entità della presunta truffa alla Regione per il mancato pagamento dell’ecotassa non era 72 milioni di euro, ma 7 milioni e 228mila euro con modifica quindi del capo d’imputazione. Il che ha reso necessario rinviare l’udienza al 5 dicembre quando pm e parti civili (Comune e associazione Fare ambiente) chiesero il rinvio a giudizio; e i difensori il proscioglimento nel merito delle accuse e/o la prescrizione dei reati datati agosto 2009/dicembre 2016.
In merito all’accusa di gestione di rifiuti contestata a 8 imputati «emerge pacificamente dagli atti – scrive il gup – che l’ultimo conferimento di materiale di risulta, rifiuto speciale non pericoloso, è avvenuto a agosto 2015; non si può condividere la prospettazione del pm secondo cui il reato deve intendersi permanente nell’attualità. Trattandosi di reato contravvenzionale il termine di prescrizione massimo è 5 anni, con la conseguenza che il reato si è estinto a ottobre 2020».
Quanto ai più gravi reati di avvelenamento delle acque (la Procura parla di “inquinamento da sostanza pericolose delle acque sotterranee in corrispondenza delle vasche di lagunaggio” dell’ex zuccherificio) e disastro ambientale contestati a 2 imputati, «non pare contestabile che gli imputati non fossero animati dalla volontà di avvelenare le acque destinate al consumo». Significa che i reati presuntivamente commessi nel 2009 furono colposi e non dolosi, con prescrizione di 7 anni e 8 mesi scattata già nel 2017.
Di lottizzazione abusiva per costruire il “GrandApulia” rispondevano 8 imputati. I reati «si sono consumati al più tardi nel dicembre 2016 come da contestazione del pm e si sono estinti per prescrizione a marzo 2022». Quanto alla presunta truffa alla Regione (8 imputati) «il termine di prescrizione massimo è 7 anni e 6 mesi che decorre in questo caso dal momento del conseguimento del profitto, ossia il risparmio di spesa per non aver versato 7 milioni e 228mila euro di ecotassa. L’omissione secondo il pm si sarebbe protratta sino a agosto 2015, ma dalla documentazione emerge che l’ecotassa dovesse essere corrisposta a gennaio 2013 o al più tardi a agosto 2014, per cui reato estinto a aprile 2022». Stesso discorso per l’abuso d’ufficio contestato a un funzionario comunale; per l’accusa fu commesso a dicembre 2016, la difesa replica che l’eventuale reato va datato ottobre 2012 quando fu firmata la determina dirigenziale che escludeva la necessità della Via (valutazione d’impatto ambientale) per la costruzione del centro commerciale: termine massimo di prescrizione 7 anni e 6 mesi, reato prescritto a maggio 2020.
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