Il nuovo anno si apre con il ritorno dei Baustelle, il loro nuovo singolo è semplicemente eccezionale e ci ricorda che la storia della musica non è mo
Il nuovo anno si apre con il ritorno dei Baustelle, il loro nuovo singolo è semplicemente eccezionale e ci ricorda che la storia della musica non è morta con Dalla, Battiato e De Andrè, prende altre forme e prosegue, seppur sommersa da immondizia commerciale. Esce anche il secondo disco di Geolier, che si dimostra ancora un artista di rara profondità e raffinatezza; bene anche Rovazzi e Napoleone, Gio Evan una gran noia come al solito. Chicca della settimana: “Lucio Dalla” di MOX e Matteo Alieno.
Baustelle – “Contro il mondo”
È bello specchiarsi in una canzone dei Baustelle. Perché i vetri che ci fanno più magri rimpinguano il nostro ego, ci sta, ma gli unici capaci di darti uno schiaffo, se serve, o una carezza, qualche volta, sono quelli che fondamentalmente ti dicono la verità. Ecco, in “Contro il mondo” i Baustelle, ancora una volta, ti raccontano la verità, senza prendere posizioni di comodo, senza volersi raccontare a tutti i costi a favore di mercato, per apparire qualcosa di confortevole, nel bene e nel male, per chi ascolta. E il fatto che riescano a farti digerire questa verità, molto spesso amara, cantata con questa profondità toccante ma anche vagamente cinica, distaccata, quasi monocorde, dando ad ogni parola questo inarrivabile sentore di fatalità, con tale leggiadria, con tale immensa godibilità, facendotela quasi ballare, ha davvero dello straordinario.
Geolier – “Il coraggio dei bambini”
La prima volta che abbiamo ascoltato “Emanuele”, il disco d’esordio di Geolier, siamo rimasti letteralmente atterriti dalla raffinatezza intrinseca di questo ragazzo, dalla sua capacità di regalare una visione poetica e indulgente verso ciò che vedeva e poi sputava in barre. “Il coraggio dei bambini” oggi ci dice che il suo percorso è totalmente artistico e l’arte non la puoi impacchettare e vendere, si vende da sola, quando è autentica. Ecco, quello che produce Geolier è totalmente autentico e questo disco è un gran disco, un disco in cui Napoli non è una scusa per passare da gangster, il rap non è una scusa per passare da rapper, per scalare le classifiche, ma diventa linguaggio, che spesso si trascina una poetica articolata, immaginifica, potente, quasi snervante. Se vogliamo trovarci un neo, la tensione cala sensibilmente quando la drammaturgia viene prestata ad altre voci attraverso featuring del tutto sbagliati, che riportano tutto quel divino ad una dimensione troppo rasoterra; Lele Blade e Lazza a parte, Guè, Sfera Ebbasta, Shiva, Paky hanno degli intenti artistici troppo inferiori, vanno bene per ragazzetti brufolosi che non hanno ancora sviluppato alcun senso di profondità. Così si fa classifica, non musica; Geolier è davvero un altro livello, proprio un’altra cosa.
Fabio Rovazzi – “Niente è per sempre”
Brano satirico, più satirico rispetto ai precedenti, ma soprattutto che non fa semplicemente da filo conduttore per l’uscita di un video, così come Rovazzi ci ha abituato negli anni. Infatti la canzone parrebbe avere una struttura e un senso più precisi (in questo senso ottimo il lavoro di Simonetta e Antonacci), in fondo parla della nostra ignoranza dilagante, di come tutto ci passi sotto il naso e di noi che questo tutto lo appiattiamo con i nostri commenti social, col nostro disinteresse programmatico, algoritmico. Certo, i video di Rovazzi mancano, perché erano sempre genialoidi e divertenti, ma a sto giro possiamo accontentarci anche di un brano che si fa ascoltare serenamente anche se, come “La mia voglia di sport/Achille e Boss Doms/I russi e gli yacht”, semplicemente passerà.
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