"Un giorno, spero che potremo giocare insieme in Paradiso". Così Pelé, morto oggi all'età di 82 anni, aveva commentato su Twitter la scomparsa di Dieg
“Un giorno, spero che potremo giocare insieme in Paradiso”. Così Pelé, morto oggi all’età di 82 anni, aveva commentato su Twitter la scomparsa di Diego Armando di Maradona, poco più di due anni fa. “Che triste notizia. Ho perso un grande amico e il mondo ha perso una leggenda. C’è ancora molto da dire, ma per ora, che Dio dia forza alla famiglia. Un giorno, spero che potremo giocare a pallone insieme in paradiso”, aveva scritto il 25 novembre 2020.Oggi è inevitabile pensare ai due numeri 10, idoli di intere generazioni di amanti del calcio e, inevitabilmente, accostati e paragonati. Più forte Pelé? Meglio Maradona? Domande a cui è impossibile rispondere. “Ho avuto la fortuna di veder giocare Pelé, è stato il più grande. Paragoni con Maradona? Forse sono grandi di epoche diverse, ma per il periodo che ho vissuto e avendo avuto la fortuna di giocare contro di lui, anche se alla fine della carriera, ho potuto capire la sua immensa qualità. Lascia un grande segno nel mondo del calcio perché è stato uno di quelli che ha vinto più di tutti e non lo ha mai fatto pesare. Era uno modesto”, ha detto Fabio Capello.
Ci lascia un campione unico, il più grande nella sua epoca e insieme a Maradona, il più grande di sempre”, le parole di Dino Zoff.
“Pelé è stato un grandissimo giocatore, forse il più grande. Da quando guardo il calcio lui insieme a Maradona e Di Stefano sono stati i migliori e dopo loro metto Cruijff e Messi”, ha detto Arrigo Sacchi. “Io l’ho anche allenato in una partita esibizione nel 1990 -hha aggiunto Sacchi-. Aveva quasi 50 anni e la mia squadra vinse quel match e lui mi disse scherzando alla fine della partita ‘mi devi la rivincita tra 50 anni’.
“Io sono stato tra i tanti che hanno iniziato a correre dietro ad un pallone per provare a emulare Pelé. La sua scomparsa mi lascia una grande tristezza. Lui rappresenta il gioco del calcio”, ha detto Antonio Cabrini. “La scomparsa di un mito lascia tutti più poveri -ha aggiunto Cabrini-. Lui e Maradona sono stati i più grandi della storia, ognuno nella sua epoca”.
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