I Manfredoniani sono sempre meno

IL NATALE è fra le ricorrenze nelle quali è piuttosto marcato il rientro dei manfredoniani residenti fuori città, al nord o all’estero, per un breve s

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IL NATALE è fra le ricorrenze nelle quali è piuttosto marcato il rientro dei manfredoniani residenti fuori città, al nord o all’estero, per un breve soggiorno per ritrovarsi con parenti e amici. Argomento molto richiamato, il lavoro. Parola ormai sparita dal lessico cittadino, figuriamoci nella realtà economica. Non ne fanno cenno neanche quei concittadini emigrati che covano in cuore la speranza di fare ritorno in patria. Anzi sono i giovani residenti che chiedono agli amici venuti da fuori, come fare per fare come loro. Abbandonare Manfredonia pare sia l’alternativa per cercare la chance del loro futuro. Una emorragia continua della popolazione.

DAL 2015 al 2021, gli abitanti della città del golfo adriatico sono diminuiti di ben 2.202 unità. Attestatasi su 55.087. Un limite che è stato abbondantemente superato nel giro di otto mesi. Il rilevamento di agosto di questo anno 2022, ha infatti segnato una popolazione di 54.103, con una perdita secca di 984 unità. Una discesa precipitosa che certamente prosegue dal momento che nulla è intervenuto per arrestarla. È lecito pertanto ritenere che a fine di quest’anno ormai agli sgoccioli, non potrà che contrarsi ulteriormente. E le prospettive non sono rosee.
ALLARMANTE è il dato riferito ai ragazzi iscritti quest’anno alla scuola media di secondo grado e di quelli iscritti alla scuola primaria o elementare, i ragazzi cioè che rappresentano il futuro di Manfredonia: ebbene, i rispettivi numeri sono 3.428 e 2.399 che segnano una differenza in negativo di ben 1.029 unità. Oltre mille ragazzi in meno che mancheranno ai gradi successivi della scuola.
UN DEFICIT che si riverbera su tutto il contesto che caratterizza la vita della città che ha sempre registrato un crescendo nella consistenza della popolazione dal primo censimento del 1861 quando i manfredoniani erano poco più di 7.550 con un tasso demografico dell’uno per cento che è andato aumentando gradualmente fino a raggiungere la ragguardevole percentuale del 49,6 per cento nel 1951. Da allora ha proseguito ad aumentare ma in misura minore fino ad invertire il senso e diventare negativo nel 2001.
L’INCREMENTO demografico ha naturalmente comportato una forte espansione edilizia con grande e irrazionale consumo di territorio con tutto quello che ne consegue in termini di servizi che il Piano regolatore varato nel 1998 non è riuscito a regolamentare e razionalizzare. Si sono create delle forti sperequazioni tra città storica e nuovi comparti con conseguenti gravi disfunzioni urbanistiche e sociali. Tra queste anche l‘allestimento di due aree industriali poste ai due estremi ovest ed est della città, che non hanno assicurato al territorio quegli indispensabili supporti economici necessari per un ordinato e sicuro sviluppo, finite anch’esse in una mortificante desolazione.
SI DIRA’ che il decremento demografico è generalizzato da queste parti: ma Manfredonia ha risorse strutturali (aree attrezzate, porto, strade, ferrovia, Zes) che se solo venissero opportunamente considerate, potrebbero ben supportare consistenti attività economiche e dunque alimentare il tasso demografico.
Michele Apollonio

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