Puglia, risorse per garantire la procreazione medicalmente assistita a chi ha meno possibilità economiche

La procreazione medicalmente assistita non sarà più un privilegio, sarà un servizio accessibile anche a chi ha meno possibilità economiche grazie al s

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La procreazione medicalmente assistita non sarà più un privilegio, sarà un servizio accessibile anche a chi ha meno possibilità economiche grazie al sostegno della Regione Puglia. È l’effetto della norma approvata dal Consiglio regionale nell’articolato del bilancio preventivo per il 2023. Il contributo coprirà anche le spese sostenute per la procreazione eterologa all’estero con un reddito ISEE non superiore a 30.000 euro.
Lo stanziamento complessivo per il triennio 2023-2025 è di 4,5 milioni di euro. Toccherà alla Giunta definire il dettaglio tecnico dell’assegnazione del contributo, fermo restando il principio che il sostegno sia ispirato al principio del contrasto della povertà dei nuclei familiari, come disciplinato dalla legge sul sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini in Puglia.
“La norma è frutto di un’iniziativa del gruppo del Partito Democratico che ho condiviso e sostenuto con il voto in aula”, ha dichiarato il consigliere Paolo Campo.

“Finalmente si è discusso in Consiglio regionale il tema della PMA, la procreazione medicalmente assistita che rappresenta una speranza di genitorialità per molte coppie infertili. Si tratta però di terapie costosissime, che non tutti possono permettersi. La condizione economica diventa così un discrimine, e questo è inaccettabile – ha dichiarato Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani -.  Così come è inaccettabile che le nostre coppie debbano andare lontano o ricorrere a strutture private per accedere a percorsi di secondo livello, mentre c’è un centro pubblico chiuso da oltre tre anni a Nardò, che funzionava molto bene e rappresentava un punto di riferimento sul territorio. Su questo ho presentato interrogazioni e mozioni, e ho sollecitato insistentemente l’attivazione del centro di Lecce che si sarebbe dovuto aprire due anni fa e che invece risulta ancora in alto mare. Lo ha ammesso oggi in Consiglio regionale l’assessore Rocco Palese, rispondendo ad una mia precisa domanda: ha confessato che c’è un problema di burocrazia, che si susseguono conferenze di servizi senza che si proceda concretamente. Questo rafforza la nostra convinzione che si debba riorganizzare tutta la macchina amministrativa regionale, soprattutto in materia di sanità, per uscire dalle sabbie mobili di procedure infinite.
Abbiamo votato a favore, invece, dell’emendamento con cui è stata stanziata la somma di 1 milione e mezzo di euro all’anno, per i prossimi tre anni, per sostenere i percorsi di PMA delle coppie pugliesi. Ne avevamo presentato uno analogo, che prevedeva di rimpinguare il fondo regionale destinato alle Asl proprio per la PMA, istituito con la legge regionale 45 del 2013. L’obiettivo è lo stesso: offrire sostegno a tutte le coppie costrette a rinunciare per problemi economici al sogno di diventare genitori. Ma non abbiamo condiviso il tetto di 30mila euro di reddito Isee, perché crediamo che si debba ampliare al massimo la platea dei potenziali beneficiari del contributo. Ecco perché presenteremo un emendamento in tal senso nella prima seduta utile di Consiglio”.

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