Sono un Operatore Socio Sanitario e per diversi anni ho prestato la mia attività lavorativa per la Società Cooperativa Sociale ‘Santa Chiara’ con sede
Sono un Operatore Socio Sanitario e per diversi anni ho prestato la mia attività lavorativa per la Società Cooperativa Sociale ‘Santa Chiara’ con sede in Manfredonia”. Inizia così il racconto di un ex oss della Stella Maris, casa di anziani scenario di maltrattamenti nei confronti di alcuni pazienti della struttura. Per questa vicenda, partita proprio dalla denuncia dell’oss che oggi scrive , sono state applicate misure cautelari a quattro operatori, uno dei quali accusato anche di violenza sessuale. Sono invece stati licenziati gli oss ritenuti “omertosi”, per uno di questi si è già espresso il Tribunale del Lavoro dando ragione alla ‘Santa Chiara’ che avrebbe allontanato giustamente il dipendente in quanto “spettatore inerme di fatti gravissimi”.
Ma torniamo a colui che denunciò gli abusi: “Per diverso tempo – scrive – il luogo di lavoro presso il quale ero impiegato è stato presso la Residenza Socio Assistenziale per Anziani ‘Stella Maris’ sita in Manfredonia, località Siponto, i cui ospiti sono per la maggior parte anziani affetti da demenza senile, Alzheimer ed altre patologie altamente invalidanti. All’interno della struttura sono stato, ahimè, spettatore di diversi soprusi perpetrati dai miei colleghi ai danni dei poveri malcapitati ospiti, quali, ad esempio, maltrattamenti, sevizie, percosse, lesioni personali. Nell’immediato, mosso da spirito di compassione verso le vittime innocenti, mi sono recato presso gli Uffici del Commissariato di PS di Manfredonia per denunciare gli infausti accadimenti. A seguito della mia denuncia la Procura di Foggia ha svolto delle indagini a mezzo di intercettazioni ambientali video ed audio, dalle quali è emerso un quadro accusatorio raccapricciante ai danni di alcuni miei colleghi i quali, allo stato risultano indagati a vario titolo per i reati di maltrattamento e violenza sessuale e sono destinatari tutti di misure cautelari restrittive”.Poi torna indietro nel tempo, al giugno 2022. A parere dell’oss, “prima ancora che si sapesse della mia denuncia, la Cooperativa sociale presso la quale ero dipendente, ha disposto il mio trasferimento presso la Rssa le Camelie di San Giovanni Rotondo con contratto a tempo determinato con scadenza in data 30 settembre 2022. Mi è stato riferito dagli amministratori che il motivo del trasferimento era dovuto al fatto che, dato il mio know-how e la mia esperienza nel settore, sarei stato impiegato per strutturare l’organico del personale all’interno di una struttura di nuova apertura. Inizialmente affrontai l’impegno gravoso con grande entusiasmo sbracciandomi e dandomi da fare anche oltre le mie mansioni ordinarie. Ma allo spirare del termine contrattualmente previsto, purtroppo, il mio rapporto di lavoro non è stato prorogato“.
Oggi l’operatore teme che la mancata proroga sia collegata, in qualche modo, ai fatti da lui denunciati “atteso che comunque – aggiunge – lavoro con la Società Cooperativa Sociale ‘Santa Chiara’ da diverso tempo e la stessa ha sempre più bisogno di oss. Gli è che la Cooperativa ha, nelle more, assunto nuovi numerosi oss. Ho chiesto delucidazioni ma mi è stato riferito che avrei assunto dei comportamenti non consoni”. L’oss ritiene di “aver subito un’ingiustizia”.
Infine, un ultimo commento sui gravi fatti da lui vissuti nella casa di cura: “Il mio unico fine era aiutare le persone più deboli che in quel momento specifico della loro vita stavano vivendo nella paura e nel dolore con l’impossibilità di difendersi e dare voce alle loro sofferenze. Concludo dicendo che ad oggi la mia attuale situazione risulta disastrosa in quanto con una famiglia composta di tre figli non ho alcuna occupazione lavorativa, questo è stato il risultato ottenuto per avere dato giustizia e salvato quelle povere anime indifese ed innocenti”.
fonte Immediato
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