Infertilità, problemi di erezione e cambiamento di genere. Oltre ai problemi di riabilitazione post chirurgica oncologica. Sono tutte le attività dei
Infertilità, problemi di erezione e cambiamento di genere. Oltre ai problemi di riabilitazione post chirurgica oncologica. Sono tutte le attività dei primi due anni di vita ‘autonoma’ della struttura di Andrologia, afferente all’Urologia del Policlinico “Riuniti” di Foggia.
A tracciare il bilancio è il professor Carlo Bettocchi: “I primi due anni non sono stati semplici – spiega -, come spesso accade quando si deve costruire qualcosa di nuovo. Tutte queste attività erano un po’ demandate e la gente andava spesso fuori in cerca di risposte. Ora abbiamo colmato un gap estremamente importante, sono contento di dire che siamo al momento una delle due strutture dipartimentali presenti in Italia in questo settore (l’altra è Bologna), e soprattutto siamo diventati un centro di eccellenza europeo. Siamo riferimento per i pazienti e per l’insegnamento delle tecniche chirurgiche. Ci posizioniamo tra i primi 4 centri nel Continente”.
I risultati sulla riduzione della mobilità passiva cominciano a farsi vedere. “Riusciamo finalmente a tenere i nostri pazienti in Puglia, senza dover pagare le cure altrove”, aggiunge Bettocchi. La richiesta di supporto per i problemi della sessualità è al primo posto. “Disfunzione erettile, incurvamento del pene ed eiaculazione precoce sono problemi estremamente ricorrenti”, precisa.
Poi c’è il grande tema dell’infertilità. A Foggia sta partendo l’unico punto di riferimento pugliese di terzo livello, il che significa che al Policlinico potrà essere coperta qualsiasi esigenza dei problemi di coppia. “Sarà l’unico centro pubblico nella regione per i cicli di procreazione medica assistita e per i cambiamenti di genere”, chiosa Bettocchi.
“La fertilità è in picchiata – spiega il professore associato di Urologia dell’Unifg, Gian Maria Busetto -, questo fenomeno è diventato un problema sociale molto importante. Soprattutto perché rispetto a quello che si credeva 40-50 anni fa, quando si considerava una questione prettamente femminile, ora invece sappiamo che per il 50% dipende dall’uomo. Ed è proprio il fattore maschile quello che ci preoccupa di più, perché negli anni va sempre peggio. Uno studio dell’università di Hebrew in Israele dimostra il declino costante della fertilità. Dobbiamo dedicarci a questo, ci sono molte questioni che devono essere comprese per spiegare questo trend negativo. Sarà questo il problema del futuro”.
Lo screening maschile, ancora una volta, può essere decisivo. “Partendo da un semplice esame del liquido seminale, passando poi per test di secondo livello, è possibile capire le cause dell’infertilità. Ad oggi il 30% sono idiopatiche, cioè 3 volte su 10 non riusciamo ancora a stabilire la motivazione. Nel restante 70%, il varicocele è la causa più evidente”.
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