Puglia sempre più terra di arrivi emultietnica: i cittadini stranieri sono 139.750. Il 3,6% della popolazione regionale, a conti fatti. E tra l

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Puglia

sempre più terra di arrivi emultietnica: i cittadini stranieri sono 139.750. Il 3,6% della popolazione regionale, a conti fatti. E tra loro il 19% sono minori mentre 54mila hanno un lavoro e 18.504 sono studenti. Un dato, quest’ultimo, che in un decennio è cresciuto del 35,6%. A certificarlo è il Dossier Statistico Immigrazione 2022, curato dal Centro Studi e Ricerche Idos di Roma e presentato nel pomeriggio di ieri nel padiglione Chirico del Monastero degli Olivetani dell’Universita del Salento.A poche ore di distanza, dunque, dall’approdo nel porto barese di altri 261 migranti, giunti in Puglia dopo oltre 40 ore di traversata di fortuna in mare.

I dati

I dati provvisori dell’Istituto Nazionale di Statistica rivelano che a fine 2021 la provincia di Bari era il territorio nel quale si concentravano più stranieri (43.832); a seguire le province di Foggia (32.277), Lecce (26.834), Taranto (15.065), Brindisi (11.277) e Barletta-Andria-Trani (10.465). Il 51,9% è giunto in Puglia dal continente europeo e tra i primi cinque Paesi per numero di residenti ci sono Romania (29.824, il 22,2% del totale), Albania (21.740, 16,2%), Marocco (10.563, 7,9%), Cina (6.594, 4,9%) e Senegal (5.071, 3,8%).

A introdurre lo studio Antonio Ciniero, docente dell’Università del Salento e membro della Redazione regionale Centro Studi e Ricerche Idos. «Il dossier ci racconta di come sia cambiata l’Italia e assieme al Paese i fenomeni migratori. Da 32 anni siamo destinatari di flussi migratori, ma allo stesso tempo assistiamo a un grave ritardo della politica rispetto alle istanze di eguaglianza di diritti che pongono quelli che ormai sono oltre 5 milioni cittadini, che non sono qui da ieri. Il dibattito pubblico sull’immigrazione è sempre sbilanciato sugli sbarchi, ma ci sono una realtà importante di processi di stabilizzazione che interessa cittadini stranieri e profonde contraddizioni rispetto al riconoscimento pieno dei diritti».

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