“La Sipontina” Una interpretazione Iconografica E un raffronto tra l’antico e il “nuovo” Di Aldo Caroleo, Siponto 9 dic. 2022 Com
“La Sipontina”
Una interpretazione Iconografica
E un raffronto tra l’antico e il “nuovo”
Di Aldo Caroleo, Siponto 9 dic. 2022
Come è noto sono due le immagini o Icone della Madre di Dio che hanno tenuto viva per secoli la Fede della “Pia gens Sipontina”: una icona,dipinta su tavola di cedro, della Madre di Dio del tipo Hodighitria del XIII Secolo detta poi “Madona di Siponto” , e una scultura lignea della Madre di Dio detta “La Sipontina” secondo alcuni databile V/VI Sec., secondo altri del IX – X Sec.
Di quest’ultima tento di fare una analisi iconografica, anche del suo significato teologico.
La Statua della “Sipontina” è in “legno di carrubo”, scolpito a tutto tondo e rappresenta ,a grandezza naturale,la Madonna col Bambino secondo il tipo della Blephocratousa Nikopeia e cioè:
“Colei che porta il Bambino”
che è la Vittoria (Nikopeia) della vita sulla Morte, del Bene sul Male.. Aggiungerei anche oltre a queste due forme iconografiche,per la statua, il modello della Bassilissa o la Vergine Regina cioè la Regina in Trono.
La Vergine infatti, nella Statua è seduta leggermente su un’alta sedia con spalliera comune e cuscino, un probabile riadattamento del trono originale, in una perfetta e rigida posizione frontale. Il perfetto verticalismo tra la Madre e il Figlio, ci riporta alla trsdizione iconografica orientale di provenienza Bizantina in ambito greco come gli occhi della Vergine che sono grandi fissi, ricordando e di molto a quelli delle statue muliebri greche.Per questi occhi ,grandi e fissi, sarà detta anche la “Madonna dagli occhi sbarrati” per via di una leggenda che vuole che Lei abbia assistito , proprio nella Cripta della Basilica , ad una violenza subita da una giovane e per questo, inorridita, spalancò gli occhi. Tornando alla descrizione della statua,
Lei è seduta sul trono ,come premio ricevuto da Dio, ma nel contempo,fa da trono alla Divina Sapienza che è il Figlio suo, che si è incarnata: Maria lo tiene sulle sue ginocchia :
Egli benedice con la destra alla maniera greca (pollice,anulare e mignolo uniti) e indice e medio dritti a mò di segno di Vittoria della Vita sulla morte ma anche di rappresentazione della doppia natura del Signore : quella umana e quella divina,mentre le tre dita unite richiamano alla Trinita’, Uno e trino. Il Signore stringe con la sinistra il rotolo che aprirà, secondo l’Apocalisse di Giovanni, nella sua venuta ,la PARUSIA per giudicare nell’Ultimo giorno ,ma è anche il vero Maestro.
Il Figlio ha i piedi scalzi, per simboleggiare la Kenosis, l’abbassamento del Dio che diventa Uomo, anzi il più umile degli uomini. Nelle sue evangeliche parole dirà che
“il figlio dell’Uomo non ha nemmeno un sasso dove poggiare il capo”.
La Theotokos Sipontina ha un atteggiamento straordinariamente materno : mentre poggia una mano sulla spalla del Bambino, come per tattenerlo, con l’altra lo porge e lo sfiora ad una gamba più che per trattenerlo,assume il gesto di offrire il frutto della sua divina maternità a chi guarda, perché sa che non è suo, ma che Dio ha un altro progetto per il Bambino.
Infatti, lo sguardo della Madre, come in tutte le icone della tradizione, è triste, perché le è presente la premonizione di Simeone alla Presentazione al Tempio di Gesù:
“E a te una spada ti trafiggerà l’anima”
facendo intravvedere così la sofferenza e il dolore della Croce.
Gesù ha il viso da adulto in un corpo da bambino, perché Dio non ha eta’: Egli è vecchio e govane allo stesso tempo, Egli è il Tempo:
(Deus creatus est simul cum tempore non in tempore..) ( S.Agostino)
(Dio è stato creato col tempo, non nel tempo)
L’inverso dei colori,nelle icone,si ha per Gesù : in tutte le icone il rosso (la sua Divinità) è ricoperto dal manto blu che simboleggia la sua Umanità. .
Un particolare evidente della statua della Vergine è la mancanza del dito mignolo della mano destra : secondo la leggenda, i turchi presero la Statua in una delle loro razzie e se la portarono in Turchia, ma la statua, misteriosamente fu ritrovata nelle paludi Sipontine, e ciò per ben tre volte, quando i Turchi le staccarono in dito mignolo della mano dx per verificare la veridicità della sua scomparsa e apparizione e, ritrovandola di nuovo, la lasciarono li’ tenendosi il mignolo e dedicandole una moschea.
La Madonna Sipontina fu detta anche la “Madonna del vomito” secondo cui la Vergine durante una delle traversate per mare, ebbe il mal di mare e vomito’ un liquido bianco che le macchiò la parte inferiore del mento: questa macchia,anche dopo tanti interventi per coprirla, ricomparve sempre. Degi occhi sbarrati e della laggenda che ne derivò, ho già accenato.
Questa una delle tante tradizioni popolari che sarebbe molto lungo elencare ma che mi riprometto di fare in un’altra occasione, se avrete la pazienza di leggermi.
Nella sistemazione ultima ( XVI Sec. ) della chiesa inferiore, o Cripta, di Siponto, la statua era collocata in una nicchia a conca sulla base marmorea : lungo il bordo si poteva leggere:
(Verit)AS Q(uae) VICIT MUNDI CRIMINA XPISTUM
“(La Verità che ha vnto i crimini del mondo)
Voglio riprendere , infine, l’argomento sull’incarnato della Madre di Dio.
Secndo la tradizione, la “Sipontina” fa parte delle icone definite anche delle Madonne Nere, per via del color bruno del volto. Di esempi di Madonne col volto scuro, olivastro e brune dette perciò, “Nere” ce ne sono moltissime, sia di statue che di tavole dipinte.
Esempio tipico la Madonna di Tindari (ME), quella di Montserrat in Spagna, di Loreto, di Capocolonna KR, di Montevergine, di San Severo,la Bruna di Matera, e tante altre …
D’altronde, chi si accingeva a raffigurare la Vergine, aveva in mente una donna con la caratteristiche somatiche di un tipo mediorientale, con l’incarnato scuro, bruno, proprio perché Maria era una donna Palestinese con il viso abbrunito dal sole del deserto.
Maria, è la donna, citata dal Cantico dei Cantici:
“Nigra sum sed formosa “
(sono bruna ma bella).
Molti canti popolari ricordano il viso della Madonna Sipontina :
“Madonn de Siponte,
Madonna nera e bella….”
Oppure:
Dall’oriente giungesti
Ai giuncosi lidi di Siponto
Di Asfodeli opulenta
e di papaveri dormienti
la Regina diventasti
o Madonna bruna…” ecc.
Purtroppo, secondo una mia personale opinione, gli ultimi restauri, risalenti al 2012, sulla statua lignea della Sipontina ne hanno profondamente modificata la “facies”…
Scomparso l’incarnato bruno sia della Madre che del Figlio: quello della Madonna completamente privato del suo colore originario, della sua macchia biancastra del “vomito”,con delle innaturali gote rossicce che ne hanno tolto il naturale colore olivastro che ne connotava la sua giusta provenienza mediorientale.
Rimane, fortunatamente, ancora nella nicchia della Cripta che nei secoli ne ospitò la venerata Statua, (traslata nel 1972 nel Duomo di Manfredonia in una apposita Cappella), una grande fotografia di dimensioni reali, fatta negli anni ’60, da un fotografo di Manfredonia che va ringraziato ,e che mantiene intatti i colori, il fascino, la Bellezza Sipirituale che ne ha determinato nei secoli la fama e la Devozione non solo della “Pia Gens Sipontina” ma di una infinità di altri fedeli di altri luoghi che nei secoli sono accorsi a Lei per conforto con purissima Fede.
Le due foto rendono conto delle differenze di come era la Sipontina e di come è stata modificata.
Sicuramente, chi l’aveva vista prima come me , adesso stenterebbe a riconoscerla.
NB. Per la piu’ facile comprensione si consiglia di guardare la foto della statua prima del restauro ed infine di fare il raffronto con dopo restauro.
Aldo Caroleo il 9 dicembre 2022..
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